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 2015  luglio 31 Venerdì calendario

L’ONDA LUNGA DI PALTRINIERI

Il nuotatore col cuore diviso nel calcio, nell’acqua si ricompone nell’intero Gregorio Paltrinieri. Il mezzofondista da Carpi, vent’anni, amante del basket e delle biografie degli sportivi, ha smesso di fare promesse: vince. Ai mondiali a Kazan col miglior tempo dell’anno (14’43”87) nei 1500 stile libero davanti all’australiano e compagno di allenamenti a Melbourne, Mack Horton. La sua gara preferita, di cui è anche recordman e bicampione europeo, bronzo a Barcellona due anni fa, sarà a chiusura campionati (il 9 agosto). Per sciogliere questa pertica di muscoli che svettano su metri 1,91, inizia con gli 800 sl (qualificazioni il 4, finali il giorno dopo).
Ormai è l’altra stella del cloro azzurro, insieme a Federica Pellegrini.
«Mi fa piacere essere accostato a lei, che è una grandissima campionessa. Ma ne ho ancora di strada da fare io. In primavera ho fatto il mio primo collegiale con lei e Filippo Magnini in Sierra Nevada, mi sono trovato davvero molto bene. Sono rimasto colpito dalla loro professionalità, concentrazione, dedizione al lavoro. Con tutto quello che già fatto, si allenano con la stessa umiltà delle matricole. Quando ti confronti con persone così, cresci».
Ci racconti la sua stagione fino a qui.
«Dopo i due ori agli Europei di Berlino l’estate scorsa, a novembre sono stato un mese a Melbourne ad allenarmi con Mark Horton. Esperienza indimenticabile. Mi piace come lavorano e come vivono. Ho girato, visto canguri, pinguini, una natura rigogliosa. Poi, tanta vasca».
Cos’ha imparato?
«Che io e Mark siamo esattamente l’opposto nella costruzione della gara. Lui ha sprint, io resistenza. Lui ottimi cambi di ritmo, io tengo. E non mi chieda delle virate ».
Sono migliorate le virate?
«Non saranno mai il mio punto di forza, è certo. Molti mi criticano per questo e sono ormai un po’ stufo. Ok, non saranno belle, ma sono efficienti».
A giudicare dai suoi tempi, si direbbe che ha ragione.
«Tutti i giorni 18 km in doppio allenamento tranne il mercoledì, giorno in cui generalmente faccio poco per paura di stancarmi».
Avversari?
«Horton, per l’appunto, che va fortissimo negli 800 col primo crono quest’anno, io ho il 5°. Sono contento di farli prima dei 1500, su cui punto».
Dove ci sarà Sun Yang, reduce da tre mesi di stop per doping.
«Brutta storia, anche anche se ho cercato di non pensarci. Certo dà fastidio che sia successo proprio a uno che fa la mia gara. Però devo dire anche un’altra cosa: Sun Yang è un campione, un talento puro, e sono certo che ha vinto onestamente. A Londra abbiamo nuotato insieme, io quinto lui record del mondo. Sono convinto che fosse pulito».
Lei si allena a Ostia con Stefano Morini, anche se ha già detto che forse cambierà.
«Di certo non prima delle Olimpiadi di Rio. Col Moro va tutto bene, è un allenatore straordinario. Ma ne abbiamo già un po’ parlato e lui ha la sensibilità per capire che un atleta a un certo punto deve guardare sempre più avanti, per una questione di stimoli, occasioni o semplicemente per l’energia che viene con il cambiamento stesso. Non è comunque un’urgenza adesso ».
Com’è Gregorio fuori dall’acqua?
«Simpatico. Interessato al calcio, ai libri, alla storia dell’arte. Fidanzato da più di due anni con Letizia. Legato alla famiglia».
Andrà a vedere il Carpi?
«Già ci sono stato, sono molto contento per la promozione. Certo, il mio cuore batte forte per la Juve. Il mercato non è stato male, anche se abbiamo dato via Tevez e Pirlo che era l’anima della squadra ».
Cosa sta leggendo?
«Appena finita l’autobiografia di Ibra, quelle degli sportivi le leggo tutte. Ho portato “I nuotatori” di Joaquín Pérez Azaústre e “Il Ragno” di Michael Connelly, mi piacciono i gialli».
Altro sport: Federer o Nadal?
«Nadal tutta la vita, per la cattiveria. Anche se Federer è bello da vedere».
Giocatore di basket mancato, tifoso dei Knicks. Li ha mai visti giocare dal vivo?
«Per ora leggo e rileggo tutte le statistiche».