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 2015  luglio 31 Venerdì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 63

(La raccolta differenziata)

Vedi Biblioteca in scheda: 2312253
Vedi Database in scheda: 2313012

EXPORT DI RIFIUTI, DERBY TRA ROMA E NAPOLI –
Rifiuti. Ogni anno l’Italia produce circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e più di 90 milioni di tonnellate di rifiuti speciali.
Costi. I costi della raccolta dei rifiuti urbani in Italia si aggirano intorno ai 4 miliardi di euro all’anno.
Affezziunati. «Nun ce li portate via, ce simm’ affezziunati». (Cartello messo dai napoletani nel 2008 sul più grande cumulo di rifiuti urbani mai visto al mondo in una strada cittadina)
Imballaggio. Già nell’Atene di Aristotele, i rifiuti più impegnativi, di cui la città doveva liberarsi, erano gli imballaggi, che costituivano la maggior parte dei residui delle attività urbane. Decine di schiavi erano dedicati alla rottura «scientifica» delle anfore da smaltire e accatastare con cura, per ottimizzare lo spazio ed evitare crolli o smottamenti.
Interrato. Negli ultimi dieci anni in Italia abbiamo interrato 180 milioni di metri cubi di rifiuti urbani, l’equivalente del volume impegnato da tutti gli edifici esistenti a Firenze.
Pannolini. I pannolini e gli assorbenti igienici «usa e getta» costituiscono circa il 3% dei rifiuti urbani italiani, un po’ più di 800.000 tonnellate all’anno.
Produzione. La produzione pro capite annua di rifiuti urbani in Italia nel 2013 è stata di 487 kg. (Ispra, Rapporto Rifiuti Urbani 2014).
Netturbino. Fino agli anni cinquanta del XX secolo, il prelievo dei rifiuti domiciliari avveniva manualmente. Il netturbino, spesso caricandosi un bidone di latta o un sacco di iuta sulle spalle, bussava alla porta di casa e le massaie gli consegnavano gli scarti del giorno precedente. Quel bidone, mediamente, poteva contenere fino a 100 kg di rifiuti. Il quintale, infatti, era considerato il peso che un operaio poteva sopportare e trasportare sulle spalle.
Acqua. L’Italia è classificata, dall’Organizzazione mondiale della sanità, al quinto posto per qualità e quantità di acqua potabile disponibile per la sua popolazione. Tuttavia, il nostro paese è il primo al mondo per il consumo pro capite di acque potabili imbottigliate nella plastica.
Tassa. In alcuni paesi (Argentina, Giappone, alcuni Stati degli Usa e altri) la tassa per la gestione dei rifiuti viene pagata dai contribuenti con la bolletta per i consumi elettrici che include la voce di tasse dovute al Municipio per l’igiene ambientale della città (in Argentina la bolletta elettrica include anche i consumi idrici). In questo modo, chi non paga la bolletta si trova disattivato il servizio di erogazione dell’elettricità e il tasso di evasione o elusione è molto più basso.
Firenze. In gran parte del centro storico di Firenze i rifiuti possono essere gettati, per tramite di bocchette che si affacciano sulla strada, in contenitori interrati, posizionati sotto la sede stradale. Il vantaggio, oltre che estetico (sono scomparsi i cassonetti di superficie), è soprattutto funzionale, perché i contenitori interrati possono essere molto più capienti di quelli di superficie, possono essere svuotati anche soltanto se colmi e sono estratti e ricollocati da un sistema di caricamento idromeccanico (a braccio telescopico) che quasi azzera il rischio di infortuni per i lavoratori.
Export. Nel corso del 2013, il sistema italiano ha pagato oltre 110 milioni di euro per esportare rifiuti in Olanda, in Germania, in Spagna come in Ungheria o in Austria. Centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti italiani che diventeranno all’estero prezioso combustibile.
Città. Tutte le città europee (esclusa Londra) concludono il ciclo dei rifiuti entro i propri confini, diversamente da Roma e Napoli che esportano tutti i propri rifiuti da smaltire.
Roma. A Roma è necessario, ogni giorno, svolgere oltre 300 interventi di pulizia delle strade sporcate da cassonetti rovesciati dai rovistatori. Quei 300 interventi al giorno costano 510.000 euro al mese, più di 6 milioni all’anno.
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 31/7/2015