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 2015  luglio 04 Sabato calendario

ANCHE PER L’ESM ATENE È IN DEFAULT

Bruxelles
A due giorni da un incertissimo referendum in Grecia, il Meccanismo europeo di Stabilità (noto con l’acronimo inglese Esm) ha deciso ieri di riservarsi il diritto di decidere sui prestiti che ha concesso al paese mediterraneo dopo che Atene ha mancato in giugno un rimborso al Fondo monetario internazionale. Nel contempo, tuttavia, l’Esm ha detto di considerare il paese «in fallimento», mettendo ulteriormente sotto pressione il governo Tsipras.
«Questo evento di fallimento è causa di grande preoccupazione», ha detto Klaus Regling, il direttore dell’Esm, riferendosi al mancato pagamento all’Fmi di un prestito da 1,5 miliardi di euro. «Viola l’impegno della Grecia a rispettare tutti gli obblighi finanziari nei confronti di tutti i creditori, e apre la porta a gravi conseguenze per l’economia greca e per il popolo greco». Formalmente, creditore di Atene per 130,9 miliardi di euro non è l’Esm, bensì l’Efsf, una istituzione che da allora si è fusa nell’Esm.
Dinanzi al mancato pagamento al Fondo, l’Esm aveva tre possibilità: poteva cancellare il prestito, chiedendo l’immediato rimborso; abbuonare il debito; o congelare la decisione. Ha scelto la terza ipotesi, quella meno controversa a due giorni da un referendum nel quale ai greci verrà chiesto se accettano o meno la proposta di accordo dei creditori per ottenere nuovi aiuti economici. Nel contempo, però, ha detto che il paese è in fallimento.
La scelta non è priva di significato politico. A poche ore dal referendum, Bruxelles sta mettendo sotto pressione l’elettorato greco perché voti a favore della bozza di accordo, mentre il governo Tsipras sta incitando i greci a respingere l’intesa. Ieri, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha avvertito Atene che una vittoria dei no «indebolirebbe drammaticamente» la posizione negoziale della Grecia, mentre vi sarebbero comunque «difficili negoziati» nel caso di un successo dei sì.
Sempre a proposito del fallimento greco, da Francoforte la Frankfurter Allgemeine Zeitung spiegava ieri che il governo greco avrebbe mancato alla fine di giugno un rimborso anche nei confronti della Banca centrale nazionale, per un totale di 470 milioni di euro. Secondo il quotidiano tedesco, il consiglio direttivo della Bce ha aperto una indagine, anche perché vi è il rischio che vi sia nella fattispecie finanziamento monetario, vietato dai Trattati.
In una analisi, Greg Fuzesi, economista di JP Morgan a Londra, si chiedeva ieri non solo se vi sia finanziamento monetario, ma se la Bce possa continuare a garantire prestiti d’emergenza al settore creditizio greco. Infatti, questi prestiti sono garantiti da collaterale rappresentato da obbligazioni di stato greche, vale a dire ormai emesse da un paese che ha mancato un pagamento non solo nei confronti del Fondo, ma anche nei confronti del proprio istituto monetario.
In Germania intanto sale il tasso di approvazione nei confronti del ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble. La sua posizione intransigente nei confronti della Grecia ha evidentemente pagato. Secondo un sondaggio condotto da Infratest Dimap il 70% dei tedeschi è soddisfatto del suo lavoro. Più di quanto non lo siano nei confronti del cancelliere Merkel (67%). Il politico più popolare resta comunque il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier, con un tasso di approvazione del 73%. Sulla permanenza della Grecia nell’euro l’opinione pubblica tedesca è più o meno divisa a metà.
Beda Romano, Il Sole 24 Ore 4/7/2015