4 luglio 2015
DA QUI NUOVI PER FOGLIO 13 LUGLIO
Delitto Maria Luisa Fassi, 54 anni. Di Asti, graziosa, «sempre sorridente, gentile e disponibile», «pacata, limpida», molto religiosa, sposata da ventinove anni con Valter Vignale, due figli, Agnese e Simone di 20 e 25 anni, «tutta casa e famiglia», molto nota in città perché suo padre e sua madre, Piero e Pina, sono titolari dello storico ristorante Gener Neuv, la mattina lavorava nella tabaccheria-edicola del marito, il pomeriggio, con la sorella Maura, dava una mano nel locale dei genitori (era lei la specialista dei dolci). Sabato all’alba aprì come al solito la tabaccheria ma verso le sette e mezzo arrivò qualcuno che chiuse a chiave la porta, le infilò un coltello da cucina quarantacinque volte al cuore, al ventre, al polmone, alla schiena, alle braccia e poi la lasciò a rantolare in una pozza di sangue. Trovata così da un cliente, portata di corsa in ospedale, morì sotto i ferri dopo dieci ore d’agonia. In un primo momento si pensò a una rapina, poi venne fuori che nel negozio erano rimasti 4.500 euro frutto di incassi precedenti a sabato, e i blister con le monete che Maria Luisa aveva portato con sé per dare i primi resti del mattino (forse l’assassino ha preso le poche banconote, meno di duecento euro, che la donna avrebbe potuto avere, ma non ci sono certezze). La brutalità delle coltellate e l’incertezza sul bottino spingono gli inquirenti a pensare ogni giorno di più a un aggressore che ha perso totalmente il controllo di sé: un tossicodipendente in astinenza, o un malato psichiatrico. O qualcuno che conosceva già la donna e la sua famiglia, deciso a una vendetta folle e terribile.
Alle 7.30 di sabato 4 luglio in una tabaccheria in corso Volta, nel quartiere di S.Lazzaro, ad Asti.