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 2015  giugno 30 Martedì calendario

PRESSIONE FISCALE INTOLLERABILE. LAZIO DOCET

«La pressione fiscale in Italia ha raggiunto livelli intollerabili». Il monito viene da Enrica Laterza, presidente delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, che ha ricordato come nel 2014 il peso delle tasse è stato pari al 43,5% del pil. È il risultato dell’emergenza da spread che ha prodotto un bombardamento di imposte, ben 700 misure tributarie tra il 2008 e il 2014, e nulla o quasi in materia di riduzione della spesa corrente. Troppe tasse che si traducono in minore ricchezza collettiva e, fatto ancora più preoccupante, nella fuga del capitale umano dotato di conoscenze specialistiche.
Il caso della Regione Lazio è emblematico. Come ricordato dalla stessa Corte dei Conti l’aggiustamento del disavanzo sanitario è stato perseguito esclusivamente con la maggiorazione delle addizionali Irpef e Irap. Nel 2014 le maggiori tasse incassate a titolo di addizionali hanno raggiunto quota 890 milioni, ma ciò non ha impedito alla giunta guidata da Nicola Zingaretti di aumentare ulteriormente l’addizionale Irpef nel 2015 per portarla al valore intollerabile, direbbe la Corte dei Conti, del 3,33%. Quali sono gli effetti di questa pressione fiscale antimodernità? Quelli riportati nell’ultimo rapporto della Banca d’Italia dello scorso 16 giugno: la fuga dei più giovani e del capitale umano con la scolarità più elevata; la riduzione degli investimenti dall’estero; un crollo nel pil pro capite regionale. Nel 2014 il valore aggiunto dell’industria del Lazio è sceso ancora dell’1,4%. Il biennio precedente era stato orribile per il pil pro capite crollato, rispettivamente, del 2,6 e del 3,3%. Le tasse senza freni hanno ammazzato le aspettative degli operatori economici e fatto scappare gli investimenti. Il Lazio, infatti, insieme alla Lombardia è la regione italiana maggiormente integrata con i flussi finanziari internazionali. C’è una piccola differenza, però. La Lombardia attrae più investimenti diretti dall’estero di quanti non ne facciano oltreconfine le imprese lombarde, mentre nel Lazio la situazione è ribaltata: 88 miliardi impiegati contro 35 ricevuti. L’Irap più alta d’Italia, evidentemente, tiene lontani gli investitori internazionali. E le tasse insostenibili fanno scappare anche la conoscenza specialistica. Nel triennio 2011-13 i giovani tra i 25 e i 34 anni e quelli laureati hanno levato le tende dal Lazio tartassato: 13,7 e 9,3 ogni mille abitanti. Insomma la politica fiscale del Lazio ha creato un contesto economico terribile: meno ricchezza, meno investimenti internazionali e meno laureati rimpiazzati da extracomunitari. Quando Zingaretti annuncia mirabolanti programmi a favore delle start-up, qualcuno dovrebbe ricordargli gli effetti della sua fiscalità intollerabile. Altrimenti si fa solo comunicazione, sganciata da qualsiasi realtà.
Edoardo Narduzzi, MilanoFinanza 30/6/2015