Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  giugno 26 Venerdì calendario

LA MANCIA, OBBLIGATORIA IN AMERICA, INCLUSA IN BRASILE, GRADITA IN THAILANDIA, RIFIUTATA IN GIAPPONE. UN GIRO INTORNO AL MONDO PER CAPIRE DOVE VA PAGATA E DOVE È MEGLIO EVITARE. PER NON OFFENDERE NESSUNO

Fra i tanti «termometri» sociali, la mancia (il tipping anglosassone) è un codice non scritto che cambia non solo da Paese a Paese ma anche nella percezione delle diverse generazioni di italiani che si apprestano a partire per le vacanze. Negli Stati Uniti e in Canada dove le regole sono chiare e nette, la mancia (dal 15 al 20%) in hotel e soprattutto al ristorante è d’obbligo e quindi è raro che si generino situazioni imbarazzanti; sui bagagli la regola è da 1 a 5 dollari a seconda della categoria dell’albergo che vi ospita. Il classismo che relegava la figura del cameriere a un ruolo subalterno nei Paesi occidentali di norma è sparito ma capita spesso che in Africa o in Oriente (anche in buonafede) si dia una mancia sproporzionata rispetto alla valuta locale o, al contrario, troppo esigua e quindi offensiva. Ancora diverso il caso degli under 30 che ovunque si trovino considerano il rito della mancia antiquato e non «politically correct» a meno che (come negli Usa) sia praticamente imposto.
E poi c’è Oriente e Oriente: in Giappone il no è assoluto su tutta la linea; il personale che riceve la mancia (o la scambia per un resto dimenticato) si affretta a restituirla al turista (perché non deve essere retribuito con extra) mentre in Thailandia o Vietnam è molto gradita sia negli hotel che al ristorante. Anche l’Africa non è tutta uguale: a Dakar la maggior parte dei taxi gialloneri è dotata di tassametro e la mancia viene richiesta dall’autista senegalese quando si negozia un forfait a giornata. In Sudafrica, dove invece il tipping è di stampo anglosassone, si lascia un 10% per cento al ristorante mentre il taxi si arrotonda per eccesso. Ovviamente le regole per i locali sono diverse, ma questo vale a ogni latitudine.
Il «Tip Expert» globale
Nell’intrico di regole dettate dalla consuetudine è facile perdersi – soprattutto se si è al primo viaggio extraeuropeo (il vecchio continente è abbastanza omogeno con un 10% medio) – ma Michael Lynn, professore di amministrazione alla Cornell University si è dato come mission la fenomenologia del tipping, materia di centinaia di saggi iperspecialistici con titoli a volte surreali: «Effetti della postura del personale sulla mancia» fino a «I credenti non sono generosi con le mance?». Lynn è giunto a una conclusione su scala globale: «Se non esistono regole inequivocabili la mancia è una delle variabili più imprevedibili, associata a comportamenti e pregiudizi soggettivi e alla scolarizzazione del turista». Non è raro il caso, nelle ricerche della Cornell, che l’elemento razziale (cameriere bianco, cliente nero o viceversa) possa influire a causa di stereotipi introiettati a livello inconscio. Più che lo slancio empatico, sostiene Lynn, conta il sentirsi a posto con la propria coscienza. Per il sociologo Sabino Acquaviva la tendenza ad abbandonare la mancia è il risultato di un mutamento culturale: «La mancia è espressione di una società fatta di classi subalterne; la percezione dei clienti rispetto ai camerieri è totalmente cambiata, inoltre gli under 30 rifiutano la mancia come idea legata a un rapporto servitore-padrone».
Che cosa fare
In Argentina la mancia (propina) non è necessaria ma il turismo si è omologato su un extra del 10% sul conto; in Brasile il servizio può essere già incluso, se non lo è a discrezione del cliente, fino al 15%. La Cina fa capitolo a sé: prima delle Olimpiadi 2008 la mancia veniva riconosciuta solo alle guide. Oggi è diffusa ovunque nelle metropoli, ad eccezione dei tassisti. Agli antipodi, gli australiani seguono una regola lineare: essendo i camerieri e il personale turistico stipendiati in modo adeguato, le mance non sono incoraggiate. Un’ulteriore prova che la nostra idea di mancia è messa alla prova non appena scendiamo dall’aereo.