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 2015  giugno 26 Venerdì calendario

LA STRANA FORMICA CHE AMA VIVERE ACCANTO AI RIFIUTI. MEGLIO SE INFETTI


Spazzatura: un problema diffuso. E non soltanto umano. Smaltire i rifiuti, infatti, è un’operazione indispensabile per molti animali, perché rifiuti significa soprattutto rischio di infezioni e cattivi odori. E cattivi odori a sua volta significa possibilità di essere trovati da altri, predatori compresi. Così, tra certe api esistono becchini che si preoccupano di rimuovere in fretta i corpi delle compagne, mentre la talpa ha le sue toilette in un angolo della tana. Addirittura i piccoli di alcune specie di picchio sono forniti di sacche che, come i nostri pannolini, raccolgono le feci, che vengono successivamente smaltite (a distanza!) dai genitori.
Ma tra tutti questi animali dalle abitudini virtuose, ecco che arriva la formica sudiciona. Quella che vive nel pattume, nostro e suo. È l’animale preferito di Luigi Pontieri, etologo dell’Università di Copenaghen: «Si chiama formica faraone perché si dice (ma è una bufala) che sia stata una delle piaghe d’Egitto. È una specie invasiva che ha sempre viaggiato al seguito dell’uomo come clandestina». Nei climi non tropicali colonizza gli ambienti chiusi. «Non conosco un posto dove non possa vivere: crepe nei muri, cavi elettrici, persino computer...». Ed è dannosissima, perché è vorace e per di più può portare infezioni. Ma, dal punto di vista di Pontieri, è interessante soprattutto per la sua predilezione per la sporcizia: «È un comportamento anomalo il suo, perché gli animali sociali in genere sono attenti ad allontanare le possibili sorgenti di epidemia». Invece la formica faraone (Monomorium pharaonis), messa in condizione di scegliere dove fare il nido, predilige zone piene di cadaveri di altre formiche infette.
«Probabilmente questo significa che i corpi ricchi di agenti patogeni presentano un qualche vantaggio, superiore allo svantaggio del rischio di infezioni» prosegue Pontieri. Una possibilità, che ora Pontieri si prepara a esplorare con altri esperimenti, è che la vicinanza con i corpi infetti fortifichi il sistema immunitario di questi insetti. Cioè che «le formiche in questo modo diventino più resistenti alle infezioni. Che si vaccinino, insomma. Come noi». Del resto, una così lunga convivenza con l’uomo, con tutte le volte che le abbiamo scacciate con la scopa, le ha rese molto abili nella fuga. Ma fuggire significa anche doversi adattare a posti diversi. Quindi essere immunologicamente più forti è di certo un vantaggio.
Questo però ci insegna un’altra cosa, più generale: «Che quando studiamo i comportamenti nostri e degli altri animali dobbiamo sempre pensare al contesto di vita e alla storia evolutiva». Ed è un ragionamento che vale anche per lo smaltimento dei rifiuti: non c’è una strategia buona per tutti, come dimostra la varietà di comportamenti in natura e il fatto che per qualcuno i rifiuti più pericolosi siano addirittura una risorsa.