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 2015  giugno 26 Venerdì calendario

PENSIONI,IN AGOSTO RIMBORSI DA 800 EURO

ROMA.
E’ in arrivo l’una tantum d’estate per circa 4,4 milioni di pensionati che beneficeranno, proporzionalmente in base al reddito, della recente sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della indicizzazione degli assegni in atto nel biennio 2012-2013 e che ha provocato effetti negli anni successivi.
L’assegno una tantum, come ha notificato ieri l’Inps, sarà in pagamento con la pensione del 1° agosto e da allora scatterà anche l’erogazione delle nuove pensioni rivalutate. La restituzione degli arretrati che costerà 2,2 miliardi alle casse dello Stato riguarderà i pensionati con assegni che vanno a tre a sei volte il minimo, cioè da circa 1400 a circa 2.800 euro lordi mensili.
Il pensionato-tipo, che rappresenta in qualche modo circa la metà della platea coinvolta, va da tre a quattro volte il minimo: in questa categoria c’è chi aveva prima del blocco una pensione leggermente superiore a tre volte il minimo, pari a 1.500 euro lordi, ed è caduto nella “tagliola” della Monti-Fornero per un pelo. Questo Signor Rossi, secondo i calcoli dell’Inps, avrà diritto ad una una tantum di 796,27 euro lordi compresi dunque gli arretrati relativi al biennio 2012- 2013 e i successivi trascinamenti. Alla fine del percorso la sua pensione che nel 2011 era di 1.500 euro lordi diventerà di 1.525,49 euro, cioè 25,49 euro stabili in più. Dal 2016 poi entreranno in vigore i nuovi coefficienti di perequazione che in base all’inflazione stabiliranno il valore degli assegni in pagamento. Provvisoriamente si può calcolare che l’assegno salirà a quota 1.541,75 euro lordi (41,75 euro in più).
Il recupero, che su domanda spetterà anche agli eredi, sarà via via più limitato al crescere delle pensioni, non sarà dunque uguale per tutti i 4,4 milioni di pensionati coinvolti dal decreto del governo varato per rispondere alla sentenza della Corte costituzionale del 30 aprile scorso. L’Inps non ha pubblicato esempi per le fasce superiori, ma i calcoli dell’Upb consentono di dire che mentre intorno a 3,5 volte il minimo il recupero complessivo sarà del 21,1 per cento, per coloro che stanno su 4,5 volte il minimo il rimborso scenderà al 10,8 per cento di quanto perso e per 5,5 volte il minimo l’assegno si ridurrà al 5,5 per cento. Complessivamente, secondo l’Upb, il decreto restituisce il 12 per cento della mancata indicizzazione. Secondo la segretaria della Cisl, Annamaria Furlan, si tratta di un intervento «insufficiente».
Da registrare, sul fronte previdenziale, anche la pubblicazione del Rapporto Istat. Secondo lo studio nel 2013 le donne rappresentano il 52,9 per cento dei pensionati (8,7 milioni), ma sono titolari di prestazioni con un valore medio più basso. Gli uomini hanno percepito, nel 2013, in media, redditi pensionistici da 19.686 euro, mentre le donne scontano un divario di genere del 41,4 per cento che le porta ad avere redditi medi di 13.921 euro. Oltre la metà delle donne, rivela l’Istat, riceve meno di mille euro al mese, contro un terzo (31 per cento) degli uomini.
Roberto Petrini, la Repubblica 26/6/2015