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 2015  maggio 28 Giovedì calendario

QUELLE ACCUSE DI CRIMINI PER HAMAS

I parenti raccontano di quando sono stati chiamati all’ospedale per recuperare il cadavere: «Era come portare un sacco di carne maciullata, le ossa non si sentivano più». Atta Najjar è uno dei 23 palestinesi torturati e uccisi a Gaza da Hamas durante i cinquanta giorni di guerra con Israele l’estate scorsa. Accusati di passare informazioni al nemico, sono stati trucidati senza un processo, sei di loro fucilati a colpi di kalashnikov in un’esecuzione pubblica davanti ai muri ingrigiti della moschea Al Omari.
Amnesty International ha raccolto in 44 pagine le testimonianze attorno a quelli che definisce «crimini di guerra». Il dossier porta lo stesso nome della missione lanciata dalle milizie fondamentaliste durante il conflitto: l’operazione Strangolamento – proclamano allora i comandanti militari – deve servire a trovare e i punire i «collaborazionisti». In realtà, scrive Amnesty, è l’occasione, in mezzo al caos della guerra, per eliminare gli oppositori, terrorizzare la popolazione civile e così prevenire le possibili proteste. I capi del partito rivale Fatah vengono confinati agli arresti domiciliari, chi prova a uscire viene portato via e torturato. Il movimento fondamentalista blinda il suo dominio sulla Striscia, di cui ha preso il controllo nel giugno del 2007 dopo un colpo militare. «È sconvolgente — commenta Philip Luther, direttore di Amnesty per il Medio Oriente e il Nordafrica — che mentre l’esercito israeliano infliggeva morte e distruzione enormi Hamas abbia dato il via libera a commettere abusi orrendi, anche contro persone che erano già in sua custodia o in attesa di processo». Almeno 16 palestinesi tra i 23 ammazzati erano in carcere da anni, neppure volendo avrebbero potuto passare segreti agli israeliani. Fawzi Barhoum, portavoce di Hamas, attacca Amnesty perché avrebbe riempito il dossier con informazioni della «propaganda»: «Distoglie l’attenzione dai delitti commessi dall’occupazione contro i figli, le donne e gli anziani del nostro popolo». L’organizzazione per i diritti umani ha già pubblicato due rapporti in cui accusa sia Israele sia Hamas di crimini di guerra durante gli scontri di luglio-agosto 2014. Le inchieste sono basate sul lavoro di volontari palestinesi perché il governo israeliano non permette ai ricercatori internazionali di Amnesty di entrare nella Striscia di Gaza.