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 2015  maggio 28 Giovedì calendario

PIÙ PENE PER TUTTI


Gli uomini che si affidano al chirurgo per migliorare il proprio aspetto sono in costante aumento. Secondo il Transform Cosmetic Surgery Group, la più grande catena di cliniche estetiche nel Regno Unito, oggi addirittura il 15% dei pazienti che si affidano alla liposuzione per eliminare l’adipe è costituito da maschi. È cambiata la cultura, insomma. Perfino il trapianto di capelli che Wayne Rooney, virile attaccante del Manchester United, ha effettuato nella Harley Street Hair Clinic di Londra non ha destato particolare stupore o sarcasmo.In quella stessa clinica, nell’ultimo anno oltre 300 uomini si sono sottoposti alla penoplastica, una tecnica che esiste da decenni, ma che sta attraversando un fase di boom. L’intervento offre due possibilità: aumentare la lunghezza del pene o accrescerne il diametro. Nel primo caso, il chirurgo pratica un’incisione alla base, stacca il legamento sospensorio del pene per poi riattaccarlo un po’ più in basso. In questo modo, una parte del muscolo che si trovava all’interno del corpo risulta visibile. Per aumentare il diametro del membro, invece, il medico aspira 85 grammi di adipe dal ventre o dalle cosce e poi lo inietta nelle zone interessate.Nel programma This Morning, su ITV, Billy-Tom O’Connor, orgoglioso paziente reduce da una penoplastica, ha raccontato ai presentatori Holly Willoughby e Phillip Schofield che il suo desiderio era di avere “un mostro”. Schofield ha mostrato una bomboletta di latta che aveva esattamente le dimensioni del pene in erezione del signor O’Connor (30 centimetri), mentre Holly gli domandava: «È davvero meglio averlo più grosso?». «Molte donne la pensano così», ha risposto O’Connor. «Solo due ragazze, quando l’hanno visto, si sono tirate indietro, ma tutte le altre hanno molto apprezzato». Niente da fare: per gli uomini è una fissa.Quando Keith Richards volle umiliare Mick Jagger, lo schernì proprio su questo punto: «Marianne Faithfull non si divertiva con quel pistolino minuscolo», ha scritto nella sua autobiografia. E Jerry Hall, ex moglie di Mick, si affrettò a restituire l’onore a Jagger, sostenendo esattamente l’opposto («Mick è molto ben dotato»).Duemila anni fa, quando gli Stones erano agli esordi, gli uomini di certe tribù africane appendevano dei pesi ai propri genitali per allungarli. Le pitture murali di Pompei, sopravvissute all’eruzione del Vesuvio, esaltano i membri di grandi proporzioni.Francis Scott Fitzgerald, autore de Il grande Gatsby, soffriva di ansia da prestazione e a Parigi, negli Anni 30, andò a trovare un suo amico, l’autore di Addio alle armi. Ernest Hemingway avrebbe poi scritto: «Mi disse che aveva una domanda molto importante da farmi, che per lui significava più di qualsiasi altra cosa al mondo e che dovevo rispondergli con assoluta sincerità». Zelda, la moglie di Scott, aveva già fatto presente al marito che la sua dotazione era troppo modesta per soddisfare una donna. Ma Hemingway portò Fitzgerald nei bagni del ristorante Michaud, diede un’occhiata e rassicurò l’amico: non era per niente vero.Nel suo libro di memorie, Festa mobile, Hemingway racconta questo incontro in un capitolo intitolato Una questione di misure. «“Tu sei assolutamente a posto”, dissi. “Sei okay. Non hai niente che non vada. Ti guardi da sopra e ti vedi scorciato. Vai un po’ al Louvre e dai un’occhiata alle statue e poi guardati allo specchio di profilo”». Fitzgerald non restò per niente convinto né rassicurato. Si era messo in testa di essere inadeguato come uomo, e nulla di quel che Hemingway gli aveva detto l’avrebbe convinto del contrario.La verità è che i maschi potranno anche preoccuparsi per i capelli, la pancia o il doppio mento, ma il problema del pene è proprio una tortura. «Per migliaia di uomini, Roberto e Maurizio Viel sono eroi», ha scritto Lee Price sul Sun. «Questi due gemelli di origine italiana hanno l’onore di essere i più importanti chirurghi britannici specializzati nell’ingrandimento del pene».«Eseguo questa operazione da 24 anni e molti miei pazienti dicono che gli ho cambiato la vita», ha dichiarato Roberto Viel. «Consente loro di fare molte cose per cui in precedenza non si sentivano abbastanza sicuri di sé. Non è una questione di prestazioni sessuali. Per molti uomini questa operazione serve solo a condurre una vita normale. Una cosa semplice come portare i figli in piscina o andare in palestra può essere uno strazio, perché si ha vergogna di spogliarsi. Gli uomini che ritengono di avere il pene troppo piccolo si sentono meno maschi. La penoplastica rafforza la loro autostima».Quando il Sun presentò i gemelli, pubblicò accanto all’articolo una ponderata colonna di buon senso scritta dalla “Cara Deidre” Sanders, che sul giornale è titolare di una leggendaria rubrica di lettere. «Il piacere sessuale delle donne non dipende dalle dimensioni del pene del partner, ma dalla sua sensibilità, oltre che dall’abilità di entrambi gli amanti. La chirurgia dovrebbe essere considerata l’extrema ratio, dato che comporta gravi rischi. Siete sicuri che sia una parte del corpo che volete mettere a repentaglio?». La sostanza del consiglio di Deidre era che un pene grande e grosso va bene, ma non basta a compensare l’incapacità di trovare un clitoride senza l’aiuto di un navigatore satellitare. E che invece di tormentarsi sulle modeste dimensioni del proprio membro virile, gli uomini farebbero bene ad affinare le proprie conoscenze sull’orgasmo femminile.Il pene più grosso che io abbia mai visto è quello di Iggy Pop. L’ho visto una volta sola, mentre pisciava contro un lampione a Copenaghen, ma è bastato a imprimermelo nella memoria. Più che tirarlo fuori, Iggy lo srotolava. Eppure non ho mai pensato a Iggy come a un grande seduttore. David Bowie... le ragazze lo adoravano. Idem per George Best e James Bond, Warren Beatty e Jack Nicholson, loro sì. La pornificazione della nostra cultura, però, ha cambiato tutto. Da quando il porno è a portata di mano come l’elettricità, le dimensioni contano, eccome, e noi tendiamo a considerarle sinonimo di successo in campo sessuale. Di conseguenza, le ansie da dotazione si sono aggravate.In realtà, ognuno di noi desidererebbe diventare la persona che avrebbe sempre voluto essere: non indossare gli occhiali, riavere i capelli, scolpire gli addominali, ingrandirsi il pene. Tutti, però, avremmo soprattutto bisogno di un amico come Hemingway, capace di dire le parole che ognuno di noi vorrebbe sentirsi dire e che avremmo disperatamente bisogno di dire a noi stessi: «Non hai niente che non vada».