Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 28 Giovedì calendario

LA MALEDIZIONE DEL SUCCESSO


Tutto comincia nel 1955, con un film entrato nella storia del cinema: Gioventù bruciata. A legare i tre protagonisti della storia non è solo il set, ma anche il terribile destino che se li porterà via, uno dopo l’altro.Il primo a morire è James Dean, lo stesso anno dell’uscita della pellicola. Poi tocca a Sal Mineo, accoltellato a morte il 12 febbraio 1976. L’ultima a perdere la vita, in circostanze tragiche e per certi versi misteriose, è Natalie Wood, annegata il 29 novembre 1981. Ma andiamo per ordine.Quando scrive di lui nel 1984, Kenneth Anger non ci va troppo per il sottile: «La sua tomba a Fairmont nell’Indiana porta inciso il suo nome e due date: 1931-1955. Si potrebbe aggiungere un conciso epitaffio: un bel troione. Eppure, se Richard Gere o Matt Dillon – o qualsiasi altra recluta del monotono reggimento di jamesdeanini clonati da Francis Ford Coppola per il film I ragazzi della 56° strada – facessero oggi la fine di James Dean, diventerebbe un mito? I suoi fan si ucciderebbero per lui? E fra trent’anni gli spedirebbero ancora letterine adoranti? Non credo. Jimmy aveva le piattole, ma aveva anche un carisma immortale».La storia delle piattole era nata sul set di Gioventù bruciata, quando il ragazzo approfittava di ogni pausa per grattarsi energicamente, sotto gli sguardi allibiti di tutti. E la cosa era andata avanti fino a quando Nicholas Ray, il regista del film, gli aveva procurato un flacone di polvere per far fuori i parassiti che si era beccato in un bar gay di Hollywood.Un incidente misteriosoJames Dean nasce a Marion, nell’Indiana, l’8 febbraio 1931, e ha solo nove anni quando sua madre, Mildred, muore di cancro. Il padre lo spedisce a vivere da alcuni parenti a Fairmont, dove resta fino al 1949, prendendosi pure il diploma. Poi torna a stare con il papà, a quel tempo in California, e lì si iscrive al college di Santa Monica, quindi all’Università della California a Los Angeles. Di una bellezza fragile e ambigua, riesce a schivare il servizio militare dichiarando le sue inclinazioni omosessuali alla visita di leva, inclinazioni che mette poi in pratica per riuscire a campare, facendosi mantenere da Roger Brackett, un vecchio regista televisivo.In lui la passione per la recitazione nasce presto, sui banchi di scuola, ma il vero esordio arriva a vent’anni, con uno spot pubblicitario per la Pepsi Cola. Gli capitano poi ruoli non proprio esaltanti in diversi film, ma ormai è lanciato, e fa in tempo a godere del suo primo successo, La valle dell’Eden, che esce nelle sale mentre sta recitando Gioventù bruciata. Il giorno in cui al cinema danno la prima del film Il Gigante, nel 1956, lui è già morto e sepolto da un pezzo. Si è schiantato a bordo di una Porsche color argento, il 30 settembre 1955.Lo tirano fuori a fatica dai rottami, ma non c’è più niente da fare. Appena il coroner comincia l’autopsia, una delle prime cose che nota è un mucchio di cicatrici tondeggianti al petto. Qualcosa di strano, ma è un mistero presto svelato, perché si scopre che quando era ubriaco James chiedeva ai suoi compagni di giochi estremi di spegnergli le sigarette sulla pelle. Se proprio si vuole parlare di mistero, è la dinamica dell’incidente a non convincere.Forse Dean non ha corteggiato la morte fino a restarci, ma qualcuno lo ha aiutato a salutare il mondo con una spettacolare uscita di scena. Certo è strano che appena un mese prima abbia deciso di offrirsi per un messaggio pubblicitario dove ammoniva i ragazzi a guidare con prudenza. E poi, per quanto se ne fregasse delle regole, si ubriacasse spesso e fosse un patito delle canne, non ha mai avuto un incidente serio in tutta la sua vita. Almeno fino a quel caldo pomeriggio di fine estate.
Pugnalato al cuoreLa storia di Sal Mineo è ancora meno chiara; raggiunta la fama con Gioventù Bruciata, la sua carriera registra un momento di appannamento, per riprendere negli anni settanta, grazie alla televisione e soprattutto al teatro.La sera del 12 settembre 1976 si trova a Los Angeles, di ritorno da una prova generale e diretto al proprio alloggio. Ma non arriverà mai a casa, perché qualcuno lo accoltella a morte, con un unico fendente al cuore.Le indagini prendono subito la strada del movente passionale, maturato nel mondo delle relazioni gay. Alla fine la polizia trova il colpevole: sia chiama Lionel Ray Williams, e per campare consegna pizze a domicilio. È implicato in una serie di rapine commesse nel quartiere, e una giuria decide che è lui l’assassino, condannandolo a 57 anni di carcere. Peccato che l’uomo si sia sempre dichiarato innocente, anche dopo essere stato rilasciato sulla parola nei primi anni novanta.Solo una macchia rossaL’ultima vittima della maledizione si chiama Natalie Wood. Ha sposato Robert Wagner la prima volta quando aveva 19 anni, ma non era durata. Poi i due si ritrovano, scoprono di non poter vivere separati e tornano insieme. Natalie lo ama, ma certe volte lui ha il potere di farla arrabbiare come nessuno. E sì che la serata era stata piacevole; lei, Robert e Christopher Walken, in un ristorante sulla costa. Poi, una volta tornati a bordo, lui le aveva detto quella cosa spiacevole. Forse era stato l’effetto dell’alcool, e nemmeno si ricordava più esattamente le parole del marito, ma in ogni caso le era passato il sonno. Così, di nascosto, era sgattaiolata a prua dello Splendour, con l’intenzione di prendere il gommone attaccato allo yacht e farsi un giro. È in camicia da notte, con un paio di calzettoni, e sopra si è infilata un piumino rosso, perché la serata è fresca. Non ci vuole molto a sciogliere la cima del gommone, ma poi quello prende subito a staccarsi dalla barca.Cerca di afferrarlo, ma il vino le annebbia i riflessi, e in un attimo perde l’equilibrio e si ritrova sott’acqua. Non si spaventa, perché le basta aggrapparsi ai bordi, e poi chiamare aiuto. Una figuraccia, ma ormai le è passata la voglia di stare da sola, piuttosto ha freddo, con quella zavorra di piume inzuppate che la trascina sotto.Strano, pensa, che nessuno riesca a sentirla. E poi, è solo immaginazione, o si sta allontanando sempre di più dalla fiancata dello yacht? Bisogna che salti sul gommone, perché adesso comincia a tremare. Ma si accorge che non ce la fa, che scivola senza riuscire ad aggrapparsi a nulla.Che sciocca, pensa. Basta che faccia il giro e arrivi dalla parte del motore. Lì, vicino all’elica, c’è una specie di staffa su cui poggiare un piede. Lo ha visto fare tante volte, e basta che si metta con le spalle al fondo del gommone, circondi con un braccio il motore, e poi infili un tallone nell’anello di metallo dandosi una spinta verso l’alto. Ci prova. E ricade nell’acqua ghiacciata, con il piumino rosso che pesa sempre di più.Nessuno ascolta le sue grida, coperte dal vociare di una festa che impazza sul ponte di una barca poco lontano.Ormai è nel panico. Ma poi le viene un’idea. Se solo riuscisse a spingere il gommone in un certa direzione, ci penserebbe il vento a portarla a riva. Allora si mette in posizione, anche se braccia e gambe sono sempre più intorpidite.Lentamente, cominciano a comparire le luci dei lampioni a riva. Ma poi i muscoli cedono, lo sguardo si vela. Il mare se la prende, anche se mancano solo 150 metri alla riva.La trovano il giorno dopo che galleggia a faccia in giù. Ad avvistarla un elicottero della capitaneria di porto, che ha notato, tra le onde, una macchia rossa. Si chiamava Natalie Wood, ed era nata a San Francisco il 20 luglio 1938, figlia di emigranti russi, tanto che il suo nome in realtà era Natalija Nikolaevna Zakharenko. Ma da dove sia arrivata o come si chiamasse poco importa: è stata una delle più belle, famose e sfortunate attrici di Hollywood.Aveva debuttato in Happy Land che era giovanissima, appena cinque anni, e a nove aveva recitato in Miracolo sulla 34° strada. Il successo, clamoroso e travolgente, era arrivato che era ancora minorenne, accanto a James Dean in Gioventù Bruciata. Un film che ha fatto epoca, e che certo non ha portato fortuna ai protagonisti.