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 2015  maggio 28 Giovedì calendario

PERISCOPIO

Le Marche sono, da sempre, una regione rossa. Motivo per cambiare perché scopa nuova, scopa bene. E non è un ricordo del bunga bunga. Silvio Berlusconi. Giornale dell’Umbria.

Un Papa che legge soltanto Repubblica non capisce tutto il suo gregge. Vittorio Feltri. il Giornale.

Io non parlo più con Berlusconi. Mi sono rotto i... È un pirla. Perché uno che vota una legge elettorale che è il suo suicidio è un pirla. È una legge che fa fuori le coalizioni. È un danno anche per la Lega. Umberto Bossi, ex segretario della Lega. La Repubblica.

Francesca Pascale è la giovane fidanzata napoletana del Condannato. Fabrizio d’Esposito. Il Fatto.

Con la riforma di Renzi non viene cancellato il senato, viene solo cancellata la possibilità di votare il senato e il quadro è sconfortante. Massimo D’Alema (Giampiero Calapà). Il Fatto.

Non dobbiamo consentire a qualcuno di fare della Liguria il laboratorio per un bertinottismo 2.0. Luca Pastorino, il civatiano uscito dal Pd che si è candidato in contrapposizione a Raffaella Paita, la candidata ufficiale del partito, è il miglior amico di Berlusconi. La nuova sinistra infatti è la sala di rianimazione della destra berlusconiana. Matteo Renzi. Il Secolo XIX.

Si vaporizzano ovunque i riferimenti politici di base, il materiale fisico deraglia verso il simbolico. Metà degli elettori è già sul cloud, dal quale osserva stupita il trend. Massimo Bucchi. il venerdì

Il capitalismo di relazione (l’inciucio fra gli imprenditori potenti, ndr) non è forse morto completamente, ma sicuramente non rappresenta il futuro. Federico Ghizzoni, ceo di Unicredit. Agenzie.

Noi di Forza Italia abbiamo perso il gusto dell’opposizione. Una democrazia è tale se ha una vera opposizione, perché un vero governo ce l’hanno anche le dittature. Nella Prima repubblica c’erano un’opposizione di destra e una di sinistra, e non collaboravano. Con la Seconda repubblica, e il bipolarismo imposto da Berlusconi, è nata l’opposizione. E adesso? Di nuovo frantumata e debole. Antonio Martino, ex ministro degli esteri Fi (Mattia Feltri). la Stampa.

Volevo realizzare per Expo 2015 un oggetto imponente, che obbligasse a guardare in alto. Che suscitasse lo stupore vero, quello dei bambini. E che conservasse l’effetto sorpresa perché voglio lasciare tutti a bocca aperta. Marco Balich, realizzatore dell’Albero della vita. il venerdì.

Nato nel 1944, passavo le giornate nella macelleria di mio padre. Bocciato nelle prime classi dell’avviamento, chiusi con gli studi avendo al mio attivo solo la licenza di quinta elementare. Ma mi accorsi subito di aver fatto un errore a smettere di studiare. Così, al lavoro in macelleria, prima in quella del padre, in seguito nella mia, si affiancò la passione per la lettura. Leggevo libri di tutti i tipi, in maniera disordinata. Poi ho conosciuto un professore, Arturo Mora, docente di veterinaria, più vecchio di me di qualche anno. Ha incominciato a guidarmi e a consigliarmi. Quando sono stato eletto sindaco era già morto. Sono andato a salutarlo al cimitero di Fratta Polesine, è sepolto accanto a Giacomo Matteotti. Giorgio Guazzaloca, ex sindaco di Bologna (Angelo Allegri). Il Giornale.

Questa sinistra che si è riversata nell’accademia «ha fatto pressioni enormi sugli organi di governo dei college per introdurre cambiamenti di sistema che poi sarebbero diventati la struttura base su cui è stato costruito tutto l’edificio del politicamente corretto: sono nati dipartimenti autonomi e autogestiti di studi femminili, studi afroamericani, chicani eccetera. Questi programmi ispirati dalla «politica dell’identità» erano basati innanzitutto sull’ideologia, non su standard di qualità in termini di ricerca. I professori venivano assunti in quanto «true believer» veri credenti e il dissenso da un codice approvato non era tollerato. Ero orripilata dai rigidi dogmi e dalla mediocrità intellettuale di tutto questo: oggi è la routine dell’accademia americana. Camille Paglia, leader femminista storica di New York (Mattia Ferraresi). Il Foglio.

In quei giorni dopo il 25 aprile 1945 , i miei amici erano Dino Buzzati, Orio Vergani e soprattutto Leo Longanesi. Fui io a richiamarlo da Roma, dov’era rintanato per paura dell’epurazione. Giovanni Monti e suo figlio Mario cercavano un giornalista per mettere su una casa editrice. Pensai subito a Leo, lo convinsi a salire a Milano, spiegandogli che dei suoi trascorsi fascisti non si ricordava più nessuno. Non l’avessi mai fatto perché appena scese dal treno mi sventolò subito sotto il naso L’Italia Libera, con un trafiletto anonimo che annunciava: «È in arrivo il noto fascista Longanesi, troppo tardi per piazzale Loreto». Leo ne aveva già riconosciuto l’autore, un tal Gorgerino, che era stato molto vicino a Italo Balbo. Il caso volle che, mentre stavamo in un bar formicolante di partigiani armati fino ai denti, entrasse proprio Gorgerino. Leo saltò su una sedia come un misirizzi e si mise a urlare: «Prendetelo, prendetelo, è un antifascista!». Feci appena in tempo ad afferrarlo per la giacca e trascinarlo fuori, prima che ci linciassero. Indro Montanelli (Marco Travaglio), La Voce, marzo 1995, ripresa dal Fatto.

Campione di un’esistenza avventurosa affollata di partigiani, umiliazioni, trionfi passeggeri, mignotte, produttori e trattorie, dove tra copioni e vita è impossibile tracciare un confine sicuro, il Sonego di Sanguineti è l’italiano di un’Italia che non c’è più, «il rappresentante di un universo estinto per cui è impossibile non provare nostalgia». Tatti Sanguineti (Nanni Delbecchi e Malcom Pagani), Il Fatto.

Nel parco dell’Orangerie neoclassica di Bayreuth, con l’interno a colonne ioniche, le finestre aperte a respirare sui giardini di corte, scende una placida sera brunovioletta. Gli scoiattoli compongono le ultime buffonerie nel giorno cadente. Uno, fulvo, salta come una saetta su un leccio, sventolando la coda. Un altro, nero, si cala a precipizio, a testa in giù, in un’arte della discesa che nemmeno il più audace dei gatti saprebbe imitare. Si fermano civettando, si mettono in posa, si avvicinano annusando forte, i piccoli baffi frementi di ansia nervosa. Ti fiutano le gambe, se gli ispiri fiducia. I bambini li chiamano, Hansi, Hansi ed offrono noccioline. Piero Buscaroli, Paesaggio con rovine. Camunia. 1989.

L’Ocse ha messo a punto un calcolatore online per capire se si è ricchi o poveri. A me non si apre neanche il programma. Gianni Macheda.

Non chiedete agli altri di essere migliori di come sono: potrebbero diventarlo. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 28/5/2015