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 2015  maggio 27 Mercoledì calendario

STRITOLATI DALLA BUROCRAZIA

Di storie di malaburocrazia ce n’è un’infinità. Anche nel mondo dell’auto. In alcuni casi, l’accanimento nei confronti dei cittadini, sempre più spesso stritolati da uffici inaccessibili, carte illeggibili, personale indisponibile, norme imperscrutabili, è particolarmente feroce. Il tutto condito da superficialità, distrazioni, errori, menefreghismo, sciocche rigidità quando si tratta d’inezie, insopportabile lassismo di fronte a cose importanti.
Una vicenda esemplare viene da Napoli. Francesco Del Prete, di Pomigliano d’Arco (Na), dopo aver ricevuto un verbale di violazione dei limiti di velocità dalla polizia provinciale, peraltro scritto in caratteri minuscoli e del tutto incomprensibile a chi non abbia compiuto studi giuridici o non parli correntemente il burocratese, decide di pagare subito, usufruendo così dello sconto del 30%. Compilando il bollettino, però, per una distrazione o, più verosimilmente, perché le “istruzioni“ sono davvero poco leggibili, scrive una cifra leggermente inferiore al dovuto: 134,20 euro, invece di 134,30 (117,60 di sanzione, più 16,70 di spese). Dopo un mese, la polizia provinciale gli scrive intimandogli d’integrare l’importo con altri 50,50 euro. Il signor Del Prete chiede spiegazioni. Dopo un paio di settimane gli rispondono così: «Visto che i cinque giorni per il pagamento in misura ridotta del 30% risultano scaduti, per poter estinguere il verbale non è più possibile integrare la differenza pari a € 0,10, ma occorre fare un versamento integrativo di € 50,50».
Il signor Del Prete replica evidenziando i caratteri minuscoli con cui è stampato il verbale, lamenta il fatto di aver dovuto compilare a mano il bollettino (troppo difficile allegarne due precompilati, uno con l’importo pieno e uno con quello scontato?) e allega una sentenza della Corte di cassazione sul “condono” dei piccoli errori di pagamento. Per tutta risposta, il 21 marzo la Provincia gli manda un avviso bonario, si fa per dire, con l’intimazione a sborsare 219,50 euro, «poiché il termine per il pagamento in misura ridotta è già decorso. Pena», conclude l’ente, «l’addebito ulteriore di maggiorazione, interessi moratori e spese».
E meno male che una circolare del ministero dell’Interno (la M/2413/13 del 20 novembre 2003), emanata in seguito a un caso del tutto analogo a quello del signor Del Prete, esorta gli enti locali a soprassedere in simili circostanze. Secondo il Viminale, infatti, la norma dev’essere «interpretata ed applicata con intelligenza e ragionevolezza, in una parola con quell’elementare buonsenso che serve a impedire conseguenze macroscopiche tra ciò che è stato pagato e ciò che invece sarebbe dovuto».
La stessa circolare, tra l’altro, cita la legge 689/1981, che esclude la punibilità «quando la condotta è stata posta in essere in buona fede o senza coscienza e volontà». E conclude invitando «cortesemente» gli enti locali «a ricorrere all’autotutela (cioè alla possibilità di annullare l’atto, ndr) ogni qualvolta sia necessario rimuovere effetti abnormi, incoerenti e contraddittori con la legislazione».
La polizia provinciale di Napoli sarà in grado di applicare la norma con intelligenza, ragionevolezza e buon senso?