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 2015  maggio 27 Mercoledì calendario

Lilli Gruber ha via via trasformato 81/2: il giornalismo nobile è nel Punto di Paolo Pagliaro, il resto è una partita di tennis sui generis

Lilli Gruber ha via via trasformato 81/2: il giornalismo nobile è nel Punto di Paolo Pagliaro, il resto è una partita di tennis sui generis. Il giudice di sedia (lei) si fa pure rete e giocatore, per cui uno (il malcapitato) gioca contro due (lei e il compare). La tecnica? Sofisticata, il compare, sorridendo, spara alzo zero sul malcapitato, lei aggiunge, sorridendo, un carico da 11, il malcapitato prima o dopo sbaglia un verbo: massacrato in diretta. La camera sfuma, con sorrisi di compatimento verso il malcapitato. L’altra sera, tema l’immigrazione, una puntata imperdibile: due fuoriclasse, Lilli e Vittorio (Zucconi) contro un poveraccio Matteo (Salvini). Due liberal colti, cosmopoliti, politicamente corretti, contro uno della Bassa che ignorava come pure la Lega dovesse restituire agli africani quanto gli imperialisti bianchi hanno loro sottratto nei secoli. Salvini ha capito come disinnescare il giochino dei due, da mignottone qual è ha chiamato fratelli gli asilanti (li prenderebbe pure in casa sua, dice), sconvolgendo il loro piano, fattosi flop. Alcuni lettori mi chiedono di prendere posizione sull’immigrazione, lo faccio nell’unico modo che conosco: lasciare la scelta politica ai politici, e applicare i processi del management, execution compresa, alla politica. Il primo caso, Cuba (1962), fu così gestito dal capo del Pentagono, Robert McNamara (fino a pochi mesi prima, President Ford), al quale John e Robert delegarono strategia ed execution, dopo aver deciso “meglio una guerra nucleare piuttosto di avere nel giardino di casa i missili russi”. I due Kennedy, straordinari uomini di comunicazione, erano degli inetti, emersero solo grazie alla loro miserabile moralità pubblica e privata. Articoli, libri, film ebbero il compito di concepire, a posteriori, una storytelling che fece di loro i giganti della politica mondiale, la successiva tragica morte aiutò a resettare il loro losco passato. Il classico falso d’autore dei media anglosassoni. Pochi ricordano invece Robert McNamara, il manager vincitore di una guerra-poker durata 13 giorni. Nel caso dell’immigrazione la strategia adottata dall’Italia e dall’Europa è vecchia e perdente. Solo degli idioti possono pensare di bombardare pescherecci vuoti, al primo affondamento di un peschereccio vero, questa strategia finirebbe nel ridicolo. A mio parere, dobbiamo accettare di ricevere un certo numero di immigrati per ragioni economiche e tutti gli asilanti. (Apro una parentesi. I cristiani in Africa e Medio Oriente vengono perseguitati da tutti, eppure quasi nessuno richiede asilo. Scapperanno mica i soli benestanti? Durante il fascismo la mia famiglia non fuggì, solo perché non aveva i mezzi per farlo, gli alti borghesi lo fecero. Chiusa parentesi). Fatta questa scelta, che spetta ai politici di professione, l’execution non può che essere quella manageriale. Se si applicassero le sue regole e la sua strumentazione questo sarebbe il processo: 1 Il Governo decide quanti sono gli asilanti e quanti gli immigrati per ragioni economiche che intende, ogni anno, assorbire, con una pianificazione a 5 anni. Quindi decide i Paesi di provenienza, per l’una e per l’altra tipologia. Vantaggi: niente guerra navale agli scafisti, ma batterli seguendo le regole del mercato, offrendo ai clienti un altro modello di business. 2 Ambasciate, Consolati, altre organizzazioni ad hoc avrebbero il compito di selezionare in loco le due tipologie di migranti, dare loro i visti, indicare i vettori per il trasferimento in Italia. Vantaggi: eliminati violenze, stupri, morti, tranquille le nostre coste, Lampedusa riconsegnata alle tartarughe. 3 I costi di viaggio sarebbero a carico degli immigrati per ragioni economiche. Così avveniva nel secolo scorso per gli immigrati italiani trasferitesi negli Stati Uniti o in Australia. Una domanda: questi come faranno a pagare 3-6000 € a cranio (in termini di potere d’acquisto locale 50 mila € nostri), se non sono benestanti?. Per gli asilanti la politica deciderà se dare un bonus o farsene carico. 4 Una pianificazione preventiva a livello regionale disciplinerebbe l’arrivo in Italia, sia degli uni che degli altri. 5 Questa pianificazione eliminerebbe d’un colpo non solo la mediazione degli scafisti (criminali), ma pure la mediazione del circuito italiano di supporto (religioso, laico, criminale) che hanno creato un ricco business (vedi Mafia Capitale). 6 La Marina Militare tornerebbe al suo compito istituzionale, starebbe al limite delle acque territoriali italiane, se qualche scafista tentasse di forzare il blocco, scatterebbero le regole d’ingaggio dei respingimenti, e il business criminale si spegnerebbe in qualche mese. E’ chiaro che una soluzione di questo tipo, umanamente ed eticamente ineccepibile, farebbe risparmiare un sacco di quattrini; questi potrebbero essere usati come bonus per pagare in tutto o in parte il viaggio agli asilanti poveri. Ve lo immaginate il nostro Premier mentre dice, a reti unificate: “abbiamo spezzato le reni agli scafisti, da oggi il Mediterraneo è Mare Nostrum, abbiamo dato un bonus a bambini e donne africane” ? Sarebbe fantastico. editore@grantorinolibri.it @editoreruggeri