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 2015  maggio 25 Lunedì calendario

COSTA, DELLA VALLE, D’AMICO E CDP NEL BUSINESS DELLA GRANDE BELLEZZA

Genova
«Non sono un benefattore, faccio business da sempre. Ma se il mercato è quello dell’intrattenimento, dei grandi eventi, della cultura, allora non mi dispiace affatto che si guardi alla nostra iniziativa come a una sorta di nuovo mecenatismo». Beppe Costa da pochi mesi è amministratore delegato di una “holding leggera”, come la chiama lui, Ien, acronimo di Italian Entertainment Network. Holding leggera, perché di fatto aggrega marchi che continuano a operare in piena autonomia, ma business pesante, perché nasce con 820 dipendenti e 140 milioni di euro di fatturato, e soprattutto perché unisce la gestione dei grandi eventi marchiati Filmaster alle iniziative museali di Civita, ma anche di Cinecittà, con Cinedi-strict, fino all’edutainment, formula che lega apprendimento e intrattenimento e che di fatto Beppe Costa segue da anni in prima persona attraverso la “sua” Costa Edutainment. «Ecco, se guardo a un obiettivo mi piacerebbe che questa holding si orientasse sempre di più su questo versante di servizi che sono in grado di divertire, cercando però anche di trasmettere qualcosa degno di interesse», spiega l’amministratore delegato che si divide la guida del gruppo con l’altro ad, Luigi Abete. Che il business sia robusto, lo dimostrano anche i soggetti che compongono il capitale sociale, presenti attraverso società proprie o di riferimento. Ci sono le famiglie Della Valle, De Laurentis, d’Amico, Abete, Costa. Ma anche il Fondo Italiano di Investimento, braccio operativo della Cassa Depositi e Prestiti che ha appena portato in dote 10 milioni di euro di capitale fresco, che verrà investito per potenziare le attività di Ien. «Vogliamo arrivare rapidamente ai 200 milioni di euro di fatturato e siamo ovviamente pronti a valutare anche nuove acquisizioni», spiega Costa che a Genova, in piccolo (ma non troppo visto che il fatturato 2014 è balzato a 55 milioni di euro dopo l’acquisizione dei parchi acquatici della Riviera Romagnola), ha applicato la stessa formula. Attorno all’Acquario di Genova, una delle attrazioni più visitate in Italia, ha via via costruito un’offerta ludica e culturale che si è estesa sull’intero Porto Antico che l’architetto Renzo Piano progettò all’inizio degli anni Novanta per le Colombiane. «Qui oggettivamente si tratta di un impegno differente, perché stiamo parlando di un’aggregazione fra cinque realtà, ma la nostra forza sta proprio in questo — spiega Beppe Costa — Da questo punto di vista, quello che stiamo facendo con Civita è significativo di come intendiamo muoverci: siamo partiti dalla gestione delle biglietterie di grandi musei ( gli Uffizi di Firenze, i Musei Vaticani; ndr), abbiamo aggiunto le prenotazioni e ad esempio nell’area di Siena ci stiamo muovendo adesso anche con l’offerta di pacchetti turistici. Insomma, vogliamo sicuramente sviluppare il business del tour operating». Dal museo, insomma, ci si allarga all’ambito urbano, mettendo in campo le varie realtà che fanno capo alla holding. Firenze, da questo punto di vista, potrebbe essere nuovamente teatro di nuove iniziative capaci di legare le varie realtà di un territorio che Costa conosce ormai da tempo attraverso “Opera Laboratori Fiorentini”, di cui è presidente e che gestisce la biglietteria e il book shop degli Uffizi. «Un’azienda come Filmaster, specializzata nella gestione dei grandi eventi attraverso le sue due società “Production” ed “Eventi”, può essere affiancata dalle altre realtà e questa sinergia può far crescere il business », spiega Costa che ricorda solo alcuni dei progetti firmati di recente, come l’inaugurazione dell’Expo di Milano, ma anche lo spot per il lancio della nuova Fiat 500, presentato alla finale del SuperBowl. E le prossime tappe saranno ancora grandi eventi sportivi come la finale di Champions League e il cammino della fiaccola olimpica che da Atene si sposterà fino in Brasile per l’inaugurazione di Rio 2016. «Per lo spot della Fiat 500 come location Filmaster ha puntato su due comuni della Maremma Toscana e questo ha creato un notevole indotto sul territorio e ritorni d’immagine che potranno essere valutati in futuro — spiega l’imprenditore genovese — Ora nel capitale di Italian Entertainment Network è entrato anche il Fondo Italiano d’Investimento che crede nel nostro progetto e nelle sue potenzialità, con un intervento di 10 milioni di euro. Questo ci consentirà di fare investimenti significativi. Acquisizioni? Perché no. Stiamo guardando in tutti i comparti, perché vogliamo offrire un servizio globale agli eventi, vogliamo essere un moltiplicatore di iniziative». Ciò che invece non verrà mai meno sarà la libertà d’azione dei singoli marchi, che in questi anni sono progressivamente cresciuti e che attraverso la holding possono creare una massa critica in grado di rafforzare i singoli business. «In Costa Edutainment abbiamo sempre ragionato così e continuiamo a farlo — spiega Beppe Costa — Ogni tanto penso di cambiarlo, questo nome. Troppo difficile da scrivere, da pronunciare, a volte da capire. Ma poi penso che proprio questa sia la sua forza, perché invoglia la gente a capire di che cosa si tratti e voglia conoscere di più. E allora per loro si apre davvero un mondo sconosciuto, in grado di unire divertimento e cultura. Ecco, io penso che anche le realtà che abbiamo aggregato si siano sempre mosse in questa direzione. Per questo alla fine hanno deciso di unirsi con l’obiettivo di esportare nel miglior modo possibile la cultura italiana». Non è azzardato, quindi, come hanno fatto alcuni, parlare di nuovo mecenatismo? «E’ una definizione che mi piace tantissimo e che non considero nemmeno sbagliata — risponde — Nessuno di noi fa beneficenza, siamo tutti imprenditori. Ma i nostri settori di competenza ci consentono di essere uno straordinario veicolo della cultura e della bellezza italiana. E siamo anche in grado di aiutare chi vuol far emergere tutto questo. Con Banca Intesa, ad esempio, stiamo gestendo i loro spazi museali di “Galleria Italia”. In questo modo si mette a disposizione di una comunità ampia cultura, arte, bellezza».
Massimo Minella, Affari&Finanza – la Repubblica 25/5/2015