Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 26 Martedì calendario

FORTUNA

«Questo Genoa è molto diverso da quello di Milito e Thiago Motta. È stato costruito in modo un po’ casuale, i giocatori erano quasi tutti nuovi. Per questo la sento ancora più mia e provo ancora più soddisfazione per i risultati. Dite che abbiamo avuto fortuna? Beh, lasciamolo credere agli altri...» (Gian Piero Gasperini).

CODINO «È vero, da bambino tifavo Milan e portavo il codino come Baggio. Poi mio papà mi ha spiegato cosa significa nascere e vivere a Roma. Così sono diventato giallorosso a 8-9 anni» (Andrea Bertolacci).

SOGNI «Da piccolo ero milanista e grande tifoso di Seba Rossi che ammiravo per il coraggio e per le doti tecniche e per la pazzia. Il mio sogno lo sto già vivendo da titolare in serie A, poi se un giorno andassi al Milan sarei felice, certo» (il portiere dell’Atalanta Marco Sportiello).

BOMBER «Sì, sono re dei bomber di Bundesliga con soli 19 gol. Ma ne avessi fatto almeno uno davvero bello…» (Alexander Meier, attaccante dell’Eintracht).

SPETTACOLO «Sono convinto che fare il calciatore oggi sia molto più difficile rispetto ai miei tempi, perché si tratta di sopportare più ruoli: quello dell’atleta, che è la base, ma anche quello dell’uomo di spettacolo» (Karl Heinz Rummenigge).

CASINO «Non voglio far casino, non sono mica stupido, però la misura è colma, ho letto un sacco di stupidate e dovevo dire la mia. Il Barcellona non voleva rinnovare il mio contratto, poi quando è arrivata la squalifica della Fifa mi hanno fatto un’offerta ma non posso firmare a qualsiasi prezzo. E non è una questione di denaro ma di rispetto. Questa dirigenza mi ha trattato male» (l’esterno del Barcellona Dani Alves).

SEGNALI «Sto bene, ho risolto gli infortuni e finalmente svolto un allenamento completo. Ormai devo stare attento, ascoltare ogni segnale del mio corpo, regolare al massimo la mia vita e l’alimentazione» (Usain Bolt).

RESPINTO «Una parte dell’infanzia e tutte le estati le trascorrevo a Bianzone, dai nonni. Sulla bicicletta esploravo quel piccolo mondo. Un giorno mi avventurai su questa salita ignota. Il primo chilometro non era poi così tremendo. Ma appena entrai nel bosco, la strada s’impennò. Senza tregua. Come in un sortilegio. Fui costretto a mettere i piedi a terra. I rapporti erano sbagliati. Non arrivai in cima. Venni respinto» (Ivan Basso e la sua prima volta sul Mortirolo, a 15 anni).