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 2015  maggio 26 Martedì calendario

CALCIO, TUTTI IN... ANALISI

La frase di Guardiola è buona per essere inserita in un trailer, come i giudizi delle riviste sui film in uscita: «Il dipartimento di match analysis per me è il più importante in assoluto». Considerato che Pep è uno dei due guru del calcio moderno, c’è da andare a trovare gli uomini della match analysis per prendere informazioni. Nel caso abbiate del tempo, preparatevi: li troverete davanti a un computer.
MONACO E GALA Il video analista è una delle figure più in crescita nel calcio moderno. Se ne parla poco o nulla, ma incide. Il Monaco per preparare le due partite contro la Juve ha messo in piedi un pool di sette specialisti che hanno studiato le sovrapposizioni di Lichtsteiner e i tagli di Marchisio: Jardim ha preso gol solo su un rigore che non c’era, ma sarà certamente un caso. Sarà un caso anche che il City per la match analysis ha un budget XXL - cinque persone ci lavorano con costanza, con un dipartimento dedicato al settore giovanile - e che il Marsiglia sta sostituendo una parte dei suoi scout, gente da appunti in tribuna, con alcuni specialisti del video. Si risparmia sulle trasferte anche se, alla fine, è sempre lo stesso fattore a fare la differenza: la competenza. L’Italia sembra in ritardo e non ci si stupisce: i club, anche quelli di alto profilo, hanno un video analista, al massimo due, in casi molto rari tre. Il Galatasaray, che non ha i soldi del Real, ha due persone che lavorano sulla «performance analysis» e il responsabile si chiama Marco Fumagalli. Sì, è italiano. «Oltre a noi, ci sono nove ragazzi che, oltre a occuparsi di scouting, preparano i riassunti delle partite per i singoli giocatori», dice.
84 ORE A SETTIMANA I video analisti tattici vivono una vita piuttosto estrema: chi lavora da solo in un club fa simpatici turni da 12 ore al giorno, spesso sette su sette. Deduzione: chi non ha la malattia del calcio è invitato a non cominciare, anche perché buona parte dell’orario di lavoro si passa davanti a un computer. Per gli altri, si tratta di lavorare su più tavoli. «Un analista guarda le partite della propria squadra e quelle del prossimo avversario, fa analisi tattiche e prepara report su singoli giocatori», dice Antonio Gagliardi, responsabile match analysis per la Nazionale. Magari, capiterà anche di guardare tutti i dribbling stagionali di quel trequartista che piace al direttore sportivo. In alcuni club il video analista collabora sul mercato, in altri studia gli allenamenti per ricavare informazioni utili, magari analizzando i dati fisici assieme al preparatore atletico. Il confine tra logico e impensabile è piuttosto labile: ci sono club in cui si contano le partitelle di allenamento vinte da ciascun giocatore e qualcuno è arrivato a calcolare per quanti secondi ogni calciatore ha la palla tra i piedi in ogni partita. In media, sono più o meno 90.
CONTE JR La professione, se non si fosse capito, è varia e in evoluzione. In Serie A e B ci sono analisti video che hanno cominciato come allenatori, altri che hanno la loro forza nella capacità di analizzare dati statistici e montare video. Alcuni club hanno promosso in quel ruolo un responsabile marketing, altri hanno scelto un esperto del recupero infortunati. Insomma, non c’è un percorso convenzionale, anche se un’azienda veneta, la Sics, organizza due corsi all’anno per formare nuovi professionisti. Ad aprile hanno partecipato anche Marco Scarpa e Gianluca Conte, fratello di Antonio, che lavorano già per la Nazionale: a breve, magari, entreranno in un albo dedicato che al momento, come succede alle professioni della new economy, nemmeno esiste.
Midtjylland-ball Allenatori, esperti di statistica, ex direttori marketing condividono le modalità operative. Un analista video vede almeno tre partite del prossimo avversario, scelte tra le più recenti con attenzione al fattore campo e ai sistemi di gioco. Probabile che il Napoli, per preparare la partita con la Lazio, studi la gara di andata e una trasferta di Pioli contro un’altra squadra da 4-2-3-1. Durante la visione della partita, l’analista segna le azioni interessanti, ovviamente al computer, e monta un video di una trentina di minuti per lo staff tecnico. All’interno, una serie di azioni raggruppate per temi: sviluppo del gioco, ricerca degli attaccanti, caratteristiche offensive, comportamento in fase difensiva, uso del pressing, palle inattive, movimenti di singoli particolarmente importanti. L’allenatore parte da lì per produrre il video tattico, quasi sempre tra i 10 e i 15 minuti, da mostrare alla squadra. «Una delle cose più importanti è capire che tipo di lavoro vuole il tecnico. Ognuno ha le sue esigenze», dicono Andrea Maldera e Fulvio Fiorin, che si occupano di video analisi al Milan. Vero, ma gli uomini della statistica non si fermano. L’ultimo caso limite in Danimarca, dove il Midtjylland ha vinto il campionato costruendo la squadra su un modello matematico, quasi come nel mitico «Moneyball». Il tentativo di ricondurre il pallone alla scienza è solo all’inizio.