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 2015  maggio 24 Domenica calendario

IL FUTURO DEI MEDIA FINISCE SUGLI OROLOGI

Il futuro del giornalismo? Potrebbe passare dalla lettura delle notizia su un orologio da polso come già avviene con l’Apple Watch. Un fatto impensabile sino a qualche anno fa ma che è stato oggetto di confronto, ieri a Bagnaia, tra i quattro direttori dei grandi giornali americani Dean Baquet ( New York Times ), Davan Marahaj ( Los Angeles Times ), Gerard Baker ( Wall Street Journal ) e Martin Baron ( Washington Post ). Il domani dei media, di certo, sarà fatto sempre più di sperimentazione per riuscire a soddisfare il maggior numero di lettori possibili, in tutte le 24 ore del giorno, su qualsiasi piattaforma s’imponga sul mercato: cartacea o digitale. Sono queste in sintesi le soluzioni per il futuro dell’editoria emerse durante il convegno «Crescere tra le righe», organizzato dall’Osservatorio Giovani-Editori.
Un incontro a cui hanno partecipato anche centinaia di giovani in rappresentanza dei 2,6 milioni di studenti che, quest’anno, hanno preso parte al progetto il «Quotidiano in classe». Ragazzi che spesso sono stati protagonisti del dibattito ponendo tante domande, anche scomode, ai big dell’editoria e che hanno fatto commuovere tutta la sala ricordando, ieri, l’anniversario della strage di Capaci in cui sono morti il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta. Proprio a questi ragazzi monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, ha spiegato il suo concetto di informazione «che non è solo fornire notizie ma attraverso queste fare anche formazione». L’alto prelato, intervistato da Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera , ha raccontato che compra «almeno tre quotidiani al giorno» e che si aspetta che «ogni media dia le notizie in modo diverso perché occorre fornire uno spirito critico al lettore». Galantino ha anche invitato i ragazzi a non aver paura dell’innovazione e del futuro purché si «studi e si arrivi pronti».
Un invito ad avere coraggio è stato lanciato in chiusura del convegno anche da Andrea Ceccherini, presidente dell’Osservatorio. «Abbiate il coraggio di mettervi in gioco, di aprirvi, e credete in quello che fate e farete, ciò di cui non vi pensavate capaci — ha detto —. Siate più attori e meno spettatori, più leader e meno follower, più cittadini e meno sudditi».
A. Rib.