Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 25 Lunedì calendario

PABLO IGLESIAS RITRATTO SUL CORRIERE.IT

Le origini
Il risultato delle elezioni «segna l’inizio della fine del bipartitismo» in Spagna. Con queste parole Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha commentato il successo del suo partito alle ultime amministrative e regionali in Spagna. Ma innanzitutto: chi è Iglesias? Nato a Madrid il 17 ottobre 1978, è figlio di Maria Luisa Turrión Santa María, avvocata del sindacato Commissioni Operaie, e Francisco Javier Iglesias Peláez, ispettore del lavoro e docente di storia, ora in pensione, ex attivista del Fronte Rivoluzionario Antifascista patriottico (Frap). I suoi genitori lo chiamano così in onore dell’uomo che fondò il Psoe (partito socialista operaio spagnolo) nel 1879. Dopo il loro divorzio, Iglesias si trasferisce a Vallecas, uno dei quartieri più modesti e periferici della capitale spagnola (dove abita tuttora). Un anno dopo si iscrive all’Unione delle Gioventù Comuniste di Spagna.
Tutta la vita studentesca di Iglesias si svolge alla Complutense di Madrid. Lì si laurea in Giurisprudenza (nel 2001), prende una seconda laurea in Scienze politiche (nel 2004) e consegue un dottorato, con il massimo dei voti, discutendo una tesi sulla disobbedienza civile e le proteste contro la globalizzazione (nel 2008). Nel 2001 è a Genova per il G8. A partire dal 2006 lavora alla Fondazione Ceps (Centro di studi politici e sociali). Nel 2007 vince una borsa di studio e si trasferisce a Cambridge, in Inghilterra, per un periodo di ricerca al Centro di studi latinoamericani.
La carriera all’università
A partire dal 2008, Iglesias è professore a contratto alla facoltà di Scienze politiche della Complutense. Coda di cavallo e piercing sul sopracciglio, è un insegnante «brillante, iperattivo e abile nel guidare la protesta studentesca», dice di lui Giles Tremlett sul Guardian. «Una persona con le idee ben chiare su chi fosse responsabile dei mali del mondo: il capitalismo incontrollato e globalizzato, che dopo Ronald Reagan e Margaret Thatcher era diventato ideologia dominante del mondo sviluppato».
Nasce Podemos
L’idea di Podemos nasce proprio alla Complutense. Iglesias, con studenti ed ex studenti, si mettono al lavoro per diffondere le loro idee. Producono programmi televisivi. Ed è proprio in tv che arriva il punto di svolta nella vita professionale di Iglesias. Il 25 aprile 2013 partecipa a un dibattito su Intereconomia, un canale tv di destra. «È un piacere attraversare le linee nemiche per discutere», dice. Il suo intervento è un successo: da allora è ospite comincia a ricevere inviti a dibattiti sui principali canali spagnoli.
Podemos nasce il 17 gennaio 2014. È Iglesias a darne l’annuncio in un piccolo teatro del quartiere di Lavapiés a Madrid. Spiegando che uno degli elementi cardine del progetto sarebbero stati i «circoli», cioè le assemblee degli indignados. Si potrà partecipare sia di persona sia online. Più di 40mila persone firmano nelle successive 24 ore la petizione sul web per la presentazione di una lista di candidati alle europee.
Il successo alle elezioni europee
Il primo test per Podemos sono le elezioni europee del 25 maggio 2014. Poco prima del voto un sondaggio commissionato da Podemos stesso rivela che solo l’8% degli spagnoli aveva sentito parlare del partito. Tanti però, quasi una persona su due, conoscevano Iglesias. Per questo motivo si decide si cambiare in corsa in logo. E metterci la faccia de «El coleta» (il codino), come viene soprannominato.]
I risultati del voto sorprendono tutti. Contro le previsioni più ottimistiche, Podemos ottiene l’8%. Cinque suoi candidati, tra cui Iglesias, entrano al Parlamento europeo. Lui però in conferenza stampa ha lo sguardo abbattuto: «Abbiamo perso perché non abbiamo conquistato la maggioranza».
La marcia per il cambiamento
I mesi dopo il voto Podemos vola nei sondaggi. Il bipartitismo sembra essere scardinato. Iglesias viene eletto «segretario generale». Il 31 gennaio 2015 circa 150 mila persone partecipano alla «Marcia per il cambiamento», una enorme manifestazione organizzata da Podemos a Madrid. Dal palco Iglesias critica il «totalitarismo della finanza», dice di voler conquistare il potere delle élites e di volerlo consegnare al popolo, esortando le persone a «prendere sul serio i loro sogni». «Siamo in grado di sognare, possiamo vincere!».
Podemos cambierà la Spagna?
Il 5 maggio Podemos ha reso note le sue 215 proposte per cambiare il Paese. «Ma a queste domande non c’è ancora una risposta chiara», scrive El Pais. «Potremmo dire che il partito ha scelto un radicalismo moderato per non rinunciare ai voti che sembra aver conquistato nel centrosinistra». Una traiettoria, scrive il quotidiano spagnolo «che somiglia a quella di un pendolo che oscilla tra il movimentismo degli indignados e la socialdemocrazia». A novembre ci saranno le elezioni politiche e Iglesias sarà il candidato premier. La partita è aperta.