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 2015  maggio 25 Lunedì calendario

Con quei 200 miliardi di dollari che Apple ha accumulato nelle sue casse potrebbe comprarsi 484 società dell’indice S&P500

Con quei 200 miliardi di dollari che Apple ha accumulato nelle sue casse potrebbe comprarsi 484 società dell’indice S&P500. Tutte, meno le prime 16, valgono meno del gruzzolo cash che Cook gestisce con l’aiuto del Chief financial officer, l’italiano Luca Maestri– Che cosa mi posso comprare con 193,5 miliardi di dollari? Un colosso dell’hi-tech, un gruppo bancario, un grande marchio alimentare. Se mai Tim Cook, ceo di Apple, si ponesse la domanda, avrebbe solo l’imbarazzo della scelta. Quasi 200 miliardi di dollari si sono infatti accumulati nel casse di Apple: l’equivalente della capitalizzazione di Borsa di ben 484 società dell’indice S&P500. Tutte, meno le prime 16, valgono meno del gruzzolo cash che Cook gestisce con l’aiuto del Chief financial officer, l’italiano Luca Maestri. Una preda potrebbe essere l’ex arcirivale Ibm, scesa a 170 miliardi a Wall Street: Cook ha già stretto un’alleanza per distribuire le sue app aziendali sugli iPhone e iPad. Chissà, la collaborazione potrebbe sfociare in una fusione. Altre ex stelle della Silicon Valley oggi valgono meno del cash di Cupertino: Oracle 192 miliardi, Intel 155, Cisco 149. Disney – 187 miliardi di capitalizzazione – sarebbe un altro potenziale e interessante target: il vecchio «amico» del fondatore Steve Jobs è stato fra i primi produttori di contenuti a offrirli via iTunes. A proposito di distribuzione, anche AT&T è un partner storico che vale «solo» 175 miliardi: è stata la prima telecom a scommettere sull’iPhone al suo debutto nel 2007. Fra i rivali del nuovo business in cui è entrata Apple con Pay, il sistema di pagamenti, ci sono innumerevoli banche e società di carte di credito che «pesano» in Borsa meno di 200 miliardi. Le più grandi sono Bank of America, Citigroup e Visa, che valgono rispettivamente 173, 165 e 170 miliardi di dollari. In tutt’altro settore, Apple può bersi in un sorso i due giganti delle bollicine: Coca-Cola e PepsiCo, valutate la prima 179 miliardi e la seconda 143. Oppure può mangiarsi in un boccone McDonald’s, che vale ancor di meno: 94 miliardi. E nel campo della salute, dove Apple è attiva con le sue app per il fitness, l’azienda farmaceutica Merck e la biotech Gilead Sciences costano appena 172 e 154 miliardi. Tutta questa è ovviamente fanta-finanza. Ma l’anno scorso con l’acquisizione di Beats electronics Cook aveva già impresso una svolta storica alla Apple, che fino ad allora non aveva mai comprato un altro marchio famoso. L’aveva pagata 3 miliardi. Noccioline rispetto a quello che potrebbe permettersi adesso.