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 2015  maggio 24 Domenica calendario

PAPPONI DA PALMA D’ORO ZEFFIRELLI E CECCHI GORI SI DIVIDONO 800MILA EURO

È di poco più di 3 mila euro al mese l’assegno che ricevono mensilmente Franco Zeffirelli e Vittorio Cecchi Gori, i due ex parlamentari da Oscar che per guadagnarsi il vitalizio hanno versato 121.000 euro di contributi ciascuno. Una bella somma ma che diventa una miseria se paragonata a quanto hanno percepito dallo Stato fino a ora: 515 mila euro il primo e 512 mila euro il secondo. Così la differenza tra quanto incassato e quanto “investito” diventa spropositata: quasi 400 mila euro di sbilancio ciascuno a loro favore. Altro che sistema «contributivo». Non che Zeffirelli, i cui film hanno concorso all’Oscar per ben 14 volte (ma mai vinto), e Cecchi Gori, che da produttore cinematografico l’Oscar l’ha conquistato per due pellicole (Il postino e La vita e bella) non si siano dati da fare come parlamentari. Il regista ha occupato una poltrona del Senato dal 1994 al 2001 e ha promosso ben tre inchieste parlamentari. La prima, presentata dal collega Antonio D’Alì nel 1998, sull’associazionismo. Lo scopo era quello di verificare che non ci fossero «distorsioni» tra le «encomiabili» finalità delle associazioni e i «poteri che le leggi dello Stato» hanno loro conferito. Meglio dunque mettere in piedi «uno strumento di indagine» per sbattere con le spalle al muro quelle associazioni che non fanno ciò che dicono di voler fare. La seconda inchiesta su cui ha messo la firma Zeffirelli riguarda la gestione dei parchi. Datata 1999 e presentata dal senatore Doriano Di Benedetto, la richiesta di istituire la commissione aveva lo scopo di «verificare e valutare la gestione economico-contabile dei parchi, l’effettivo utilizzo dei fondi stanziati dal Ministero dell’ambiente a favore dei parchi stessi e le eventuali irregolarità di gestione». Poi, nel 2000, il fiorentino Zeffirelli trova condivisibile la proposta presentata dal senatore Franco Asciutti sull’istituzione di una commissione sullo Stato dell’edilizia scolastica in Italia «al fine di fornire al Parlamento elementi di conoscenza utili per definire un piano di intervento». Il motivo scatenante di questa richiesta sta nella spinta data dalle «proteste degli studenti sempre più pressanti». Diversi poi gli incarichi ricoperti: Commissione Difesa, Istruzione pubblica e beni culturali, Lavoro e Ambiente. È poi intervenuto su disegni di legge e ha presentato come primo firmatario ben due ddl: «Norme per la sostituzione fedecommissaria nella successione avente ad oggetto beni culturali» e «Nuove norme in materia di tutela dell’embrione e di procreazione medicalmente assistita». Sette anni pieni di impegni parlamentari, intensi e ben retribuiti. E poi è arrivato il vitalizio. Il collega di legislature e di scranno Cecchi Gori è stato un po’ meno impegnato di Zeffirelli: nessun ddl come primo firmatario, nessuna commissione d’inchiesta ritenuta fondamentale per la vita della Repubblica. Però ha fatto parte di due commissioni permanenti: Industria, commercio e servizi e Lavoro e previdenza sociale. Non basta per 3 mila euro al mese per tutta la vita (oltre a quanto preso da senatore)?