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 2015  maggio 24 Domenica calendario

RITROVATI I CAVALLI DI HITLER

Muscolosi, imponenti, quasi minacciosi, i due cavalli di bronzo sembravano pronti a balzare dalla cima della scalinata della Reichskanzlei di Berlino. Il centro del potere totalitario di Adolf Hitler. Quelle due enormi sculture, a grandezza naturale, già una volta trafugate subito dopo la guerra e riportate in Germania, erano di nuovo sparite un quarto di secolo fa. Ora, annuncia in prima pagina il quotidiano a grande tiratura Bild, sono state ritrovate durante una spettacolare operazione contro il traffico di opere rubate.
IL FOLLE PROGETTO
Poteva vederli dalle finestre del suo studio, il Führer, quei due giganti di metallo opera di uno dei suoi artisti preferiti, lo scultore Josef Thorak, pesanti diverse tonnellate. Quasi la sintesi, colata nel bronzo, dei canoni dell’ideologia nazista: la bellezza senza tempo inventata dai greci, divenuta però tronfia e greve nella copia effettuata dalle mani di allievi pedanti; l’esaltazione della forza e della potenza. I due animali giganteschi erano soltanto una parte di un progetto ancora più grande, quasi smisurato: l’edificazione, a partire dal corpo vivo di Berlino, della futura capitale mondiale, “Germania”, il centro del Reich vittorioso divenuto impero planetario. Il delirio di un folle, assecondato però da servitori interessati, come l’architetto Albert Speer, il favorito di Hitler. Il potente architetto cominciò a impostare alcune delle opere previste dal piano. Alcuni resti sotterranei sono stati trovati durante gli sbancamenti effettuati dopo la riunificazione tedesca, quando Berlino è rinata sul serio.
La guerra, per la fortuna del mondo, non andò come sognava il capo del nazismo. Il quale, già nel ’43 aveva dato ordine di spostare i due destrieri bronzei dalla scalinata della Cancelleria in un luogo più defilato e sicuro a nord di Berlino. Dove vennero trovati dall’Armata Rossa nella primavera ’45, quasi al termine dell’avanzata che portò al suicidio di Hitler nel bunker al centro di una capitale ridotta a un cumulo di macerie.
IL MISTERO
Una enorme quantità di tesori d’arte prese la strada di Mosca. Una parte di essi non è mai tornata. I cavalli, invece, vennero sì restituiti, ma alla Deutsche Demokratische Republik, lo Stato comunista che i sovietici avevano fatto nascere nel ’49 nella zona da loro occupata, contrapposto alla Repubblica Federale di Bonn. Per decenni le due sculture troneggiarono sul campo sportivo di una caserma a Eberswalde, nei pressi di Berlino. Nei mesi convulsi dell’agonia della Ddr, tra l’89 e il ’90, il colpo di scena: i colossi scomparvero, come se si fossero volatilizzati. Probabilmente fu l’effetto di un mercanteggiamento tra responsabili di un esercito che si stava dissolvendo, l’Armata Nazionale del Popolo tedesco orientale, e protagonisti del traffico illegale di opere d’arte ma anche di cimeli d’epoca nazista. Gli stessi che, ha rivelato la Bild, sono stati fermati al termine di una operazione condotta in tre regioni e preparata da almeno due anni. A Bad Dürkheim, in Renania Palatinato, dentro un hangar, sono state trovati i due giganti di bronzo, insieme con un altorilievo di dieci metri creato da Arno Breker, un altro degli artisti di Hitler. Tutti reperti che testimoniano della lunga tragedia tedesca. E che valgono diversi milioni di euro.
L’OTTAVA MERAVIGLIA
Non si è ancora conclusa, invece, la caccia a un’altra opera, di ben più alto valore: la Camera d’ambra, l’ottava meraviglia del mondo. Era la decorazione, in preziosa ambra del Baltico, di una stanza di oltre 55 metri quadrati nella residenza dello zar a San Pietroburgo, Tzarskoe Zelo. Un dono che Federico Guglielmo I di Prussia fece nel 1716 allo zar Pietro il Grande e alla cui fattura partecipò anche l’architetto italiano Bartolomeo Francesco Rastrelli. Smontata dai nazisti e trasportata a Koenigsberg, nella Prussia orientale, scomparve a guerra conclusa. Da allora, si sono fatti avanti cercatori di tesori, storici dilettanti e parenti di defunti ufficiali nazisti, proclamando di aver trovato tracce o pezzi della Camera. Finora, però, ne sono riaffiorati soltanto frammenti. Sulla base dei disegni originali, l’Ottava Meraviglia intanto è stata ricostruita.