il Fatto Quotidiano 24/5/2015, 24 maggio 2015
BILL, NORMAN E IL POVERO MARIO
Da qualche giorno in Rete rimbalza la magra figura di Mario Adinolfi che il 21 maggio annunciò: “Domani in prima pagina su La Croce racconteremo la storia di Bill e Norman. Bill è il figlio adottivo di Norman, vivono in Pennsylvania. Però Bill è innamorato di Norman. E poiché negli Stati Uniti l’istituto matrimoniale stanno mandandolo a puttane, con la Corte Suprema che liberalizzerà entro un mese il matrimonio gay, Bill ha chiesto di veder cancellato il rapporto adottivo figlio-padre, per poter sposare Norman. E a giugno il figlio sposerà il padre. Capite perché c’è bisogno del nostro giornale?”. Mentre già si sprecavano i “signora mia”, un utente di Facebook precisava: “Vi racconto una storia. Ci sono due tizi: Norman MacArthur e Bill Novak entrambi sulla 70ina. Stavano insieme da 50 anni ed erano registrati come coppia di fatto a New York, nel 1994. Quando si sono trasferiti in Pennsylvania hanno scoperto che quello stato non riconosceva le coppie gay. Essendo anziani e bisognosi l’uno dell’altro, hanno deciso che – pur di vedersi riconosciuto uno straccio di diritto – sarebbe stato meglio ‘adottarsi’ l’uno con l’altro. (…) Fatto sta che, essendo entrambi ‘orfani’, legalmente hanno avuto la possibilità di farlo. Oggi però è possibile finalmente per i gay sposarsi, quindi hanno chiesto di poter chiudere la farsa del rapporto padre/figlio e vedersi riconosciuti quindi i diritti”. Ognuno ha la sua croce.
il Fatto Quotidiano 24/5/2015