Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 24 Domenica calendario

MARCHIONNE, PRESSING SU GM

Inviata una mail al Ceo Barra su una possibile fusione, gelo da Detroit
Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca, sonda il terreno per scegliere il futuro “partner” del gruppo italo-americano. Secondo quanto rivelato dall’International New York Times, a metà marzo l’amministratore delegato di Fca ha inviato una e-mail al ceo di General Motors, Mary T. Barra, per «parlare del potenziale successo commerciale di una fusione». Nella lettera Marchionne «illustrava in dettaglio come le case automobilistiche mondiali avessero bisogno di consolidarsi per risparmiare denaro e suggeriva che una fusione tra Gm e Fiat Chrysler avrebbe potuto tagliare i costi per miliardi di dollari e creare una superpotenza nel settore auto». Ma questa analisi – sempre stando alle indiscrezioni del Nyt – non avrebbe suscitato l’interesse di Barra né del board di Gm e «la richiesta di un incontro da parte Marchionne è stata lasciata cadere».
Fca, interpellato dal Sole24 Ore, non ha voluto commentare l’indiscrezione. Ma che il tema delle alleanze sia una questione chiave per il gruppo italo americano è cosa nota. Non a caso il numero uno Sergio Marchionne non smette di ripeterlo: la ricetta per risolvere i problemi del settore auto è quella del consolidamento, ovvero unire le forze per ridurre i costi e rendere le aziende più competitive. La mail inviata a Gm rappresenta, però, il segnale concreto che le grandi manovre sono in pieno svolgimento.
D’altra parte, l’idea di una nuova operazione straordinaria nell’imminente futuro di Fca da tempo tiene banco sul mercato. Complici le attese di un prossimo consolidamento del settore motori. Evoluzione che Fca, come più volte sottolineato dallo stesso Marchionne, intende vivere da protagonista. Non a caso a metà marzo proprio Marchionne, interpellato sulla questione delle alleanze, ha definito fattibile un’eventuale integrazione con General Motors o con Ford. Una opzione, peraltro, che sarebbe appoggiata dalla famiglia Agnelli, primo azionista del gruppo italo americano. Il presidente di Fca e numero uno di Exor, John Elkann, già in passato ha aperto alla possibilità di un nuovo salto dimensionale di Fca. Operazione, quest’ultima, che ovviamente comporterebbe una diluizione importante per la dinastia torinese. Con delle eccezioni però. Nel caso di Gm, per esempio, l’effetto diluizione sarebbe compensato dal fatto che Gm è già una public company: l’assenza di soci forti consentirebbe a Exor (che controlla Fca con il 46% dei diritti di voto e poco meno del 30% del capitale), nel caso di un’ipotetica fusione, di giocare nel nuovo gruppo - pur diluendosi molto - un ruolo non secondario. Quanto a Ford, i legami tra l’omonima famiglia e gli Agnelli sono cordiali e di lunghissima data, il che faciliterebbe un’eventuale trattativa. Ad ogni modo, sul possibile partner per Fca le ipotesi circolate sono tante: insieme alle sorelle di Detroit, Gm e Ford, compaiono nella lista anche il gruppo francese Psa (che ha una buona penetrazione in Asia) e la tedesca Volkswagen (che appare in difficoltà sul mercato Usa).
L’opzione Gm, ad ogni modo, sembra tutta in salita. Non a caso Mary Barra, a fine aprile scorso, ha dichiarato che le sfide del mondo dell’auto non spingeranno il leader americano del settore delle quattro ruote a farsi protagonista di un’accelerazione del consolidamento globale tra società. La fiducia è tutta riposta nella strategia indipendente messa a punto da General Motors: «Abbiamo delineato un piano complessivo che ci porta alla metà del prossimo decennio – ha affermato la 53enne chief executive –. Siamo già una delle principali aziende al mondo. E non considereremo nulla che possa distrarci dai nostri progetti».
Proprio la casa di Detroit rischia ora una maxi sanzione. Il Dipartimento di Giustizia ha infatti identificato, nel corso delle indagini, degli illeciti penali nella mancata comunicazione da parte di General Motors del difetto all’accensione che ha causato almeno 104 morti. Le autorità starebbero negoziando un patteggiamento record, superiore alla sanzione da 1,2 miliardi di dollari inflitta a Toyota, secondo il New York Times. Un accordo con il Dipartimento di Giustizia è essenziale per Gm per voltare pagina e recuperare la sua reputazione.«Stiamo collaborando con tutte le richieste» ha affermato Gm.
Marigia Mangano, Il Sole 24 Ore 24/5/2015