la Repubblica 24/5/2015, 24 maggio 2015
L’UOMO
puro che fa grandi cose suo malgrado, senza cercarle. Così Forrest Gump attraversa la storia d’America, ha la faccia di un Tom Hanks in stato di grazia, nel film del 1994 diretto da Robert Zemeckis. La parabola del ragazzo non del tutto scemo ma comunque con un’intelligenza non brillante che senza volerlo incrocia Elvis e Kennedy, fa eplodere per caso il Watergate, stringe la mano a Johnson e Nixon, diventa un eroe del Vietnam, suggerisce a John Lennon le parole di Imagine , ama per tutta la vita la donna che conobbe bambina, soffre per la perdita delle persone cui vuol bene, corre per giorni e giorni raccogliendo adepti poi si ferma perché “sono un po’ stanchino”. A beneficio dei turisti, in alcune città americane è riprodotta la panchina, con la scatola di cioccolatini e la valigia, su cui Forrest aspetta il bus a Savannah (pronunciando l’assunto che “stupido è chi lo stupido fa”): un omaggio a un film premiato da un gigantesco successo commerciale, da tredici nomination all’Oscar e da sei statuette