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 2015  maggio 24 Domenica calendario

NAZIONALE - 24 maggio 2015 CERCA 52/53 di 64 R2 CULT-Spettacoli Opera/ La popolare fiaba musicale di Mozart diretta da Michele Mariotti e allestita dal gruppo Fanny & Alexander con un insolito apparato tecnologico Il Flauto in 3D suona bene ma appare così poco magico ANGELO FOLETTO IL Flauto magico è opera per direttori

NAZIONALE - 24 maggio 2015 CERCA 52/53 di 64 R2 CULT-Spettacoli Opera/ La popolare fiaba musicale di Mozart diretta da Michele Mariotti e allestita dal gruppo Fanny & Alexander con un insolito apparato tecnologico Il Flauto in 3D suona bene ma appare così poco magico ANGELO FOLETTO IL Flauto magico è opera per direttori. Di solito ci si arriva dopo la lunga frequentazione con le sinfonie e i concerti pianistici perché la partitura è una ricapitolazione del “gesto” orchestrale inventato da Mozart. Michele Mariotti, direttore cresciuto nel belcantismo, ci approda attraverso le voci. E poiché il cast è di livello e omogeneo, tutto l’impianto musicale funziona. E i tre migliori sono italiani: Nicola Ulivieri, Papageno per antonomasia, Paolo Fanale, Tamino convincente e comodo nello stile, e Maria Grazia Schiavo che conquista ogni volta qualche sfaccettatura in più della femminilità speciale di Pamina. Voci importanti e migliorabili nell’intonazione Christina Poulitsi (meglio nella prima aria della Regina) e Mika Kares, che ha un fisico da Sarastro che paga. Can- tano con disciplina e senza errori gli altri; in una locandina così lunga è di per sé raro. Mariotti vigila con gesto sicuro, garantendo tempi convenienti e sonorità precise nelle dinamiche, un po’ meno mutevoli nei colori. La macchina musicale suona bene, quella dello stupore e del mistero che rende l’ascolto del Flauto magico anche un’esperienza spirituale iniziatica ineffabile un po’ meno. Ma il Flauto magico è anche l’opera dei bambini. Molto prima che lo spiegasse a suo (meraviglioso) modo Ingmar Bergman, e lo incidesse nella memoria visiva contemporanea. Perché solo loro, oltre a Mozart, sanno perdersi e ritrovarsi nel proprio mondo fantastico, pur continuando a vivere nella realtà. Era inevitabile che un’estrosa e multiforme bottega teatrale che si chiama Fanny & Alexander e che alla partitura ha dedicato molto studio, intervenendo perfino sulla traduzione del libretto per renderlo più diretto e orientato, assumesse come guide Bergman e i bambini. Ma invece di farci entrare in quel mondo, l’ha riverito e citato: creando una sorta di iper-virgolettatura rappresentativa garantita tecnologicamente dalle immagini in 3D dei collaboratori abituali, il Zapruderfilmmakersgroup, portando in scena frotte di ragazzini in divisa da marinaretti, volta per volta coinvolti nelle situazioni del libretto. Progettare nei minimi dettagli l’ingenuità significa regolamentarla, quindi smorzarla. Così lo spettacolo di Luigi De Angelis, Chiara Lagani e Nicola Fagnani è un raffinato libretto di istruzioni e ottime intenzioni, non un volano alla fantasia; ed è stato fin prudente nell’usare quella modernizzata dalla tecnologia. Rimandi e citazioni al quadrato (acuto il movimento di quinte geometriche colorate che mima aperture e chiusure di diaframmi fotografici (s)componendo allusive figure triangolari) danno conto delle idee dei creatori ma obbligano a ricostruire il puzzle poetico del Flauto con le tessere di un’altra scatola. Tant’è che le soluzioni più efficaci sono da teatro di una volta: il primo coro intonato dalle voci sparse attorno al pubblico, il velo nero che scende all’improvviso, la mascherona di Papagena-vecchia, e la scena iniziatica della prova tra le fiamme in cui l’illusionismo in 3D non è solo un sofisticato arredamento visuale ma interagisce con i personaggi in carne e ossa, motivando il traffico sul naso degli occhialini a lenti bicolori. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL FLAUTO MAGICO Direttore Michele Mariotti, scene e luci Luigi De Angelis e Nicola Fagnani, drammaturgia e costumi Chiara Lagani, regia Luigi De Angelis. Con Mika Kares, Paolo Fanale Bologna, Teatro Comunale