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 2015  maggio 24 Domenica calendario

NAZIONALE - 24

maggio 2015
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R2 CULT-Spettacoli
RECENSIONI TEATRO
TEATRO
CORPO A CORPO TRA ABELE E CAINO
“Genesiquatrouno”, Roma, T. Vascello e in tournèe
Due ragazzi stanno chiusi in un piccolo spazio rotondo come fosse un rifugio sotto le radici di un grande albero che sta al centro della scena. Inizialmente muti, avviano un dialogo fisico, fatto di rincorse, carezze, spinte, gesti d’affetto e scatti violenti: una strana lotta-gioco, quasi una danza, dove si comprende che uno è più aggressivo, l’altro più timido.
Poi entrambi escono da quello strano recinto e ognuno occupa in scena un suo spazio da cui si parlano.
Rinviano ai giochi del passato, parlano di un dio, si capisce che qualcosa non va tra loro, dietro la forza del legame. Genesiquattrouno, molto applaudito al Teatro Vascello di Roma, è uno spettacolo di Gaetano Bruno e Francesco Villano, non bello ma conturbante. Dal 2011 insieme, Bruno - è stato per otto anni uno degli attori “icona” del teatro di Emma Dante, protagonista di Il festino e La scimia, una bella faccia vista nel cinema di Paolo Sorrentino Giuseppe Tornatore , Michele Placido - e Villano, formazione più eclettica da Latella a Jan Fabre, hanno intrecciato una drammaturgia verbale minimalista a una drammaturgia del corpo ricca e complessa per la storia di Caino e Abele (Genesi capitolo 4, versetto 1, da cui il titolo), quando il Signore poco apprezza i sacrifici di Caino e lui si vendica ammazzando Abele. Lo spettacolo si concentra in realtà sulla antropologia della fratellanza, di cui mostra la dimensione ancestrale, solo all’apparenza realista, visionaria, enigmatica: si comprende che in quel legame c’è memoria, amore, tensione, rancori, gelosie, vita e morte.
Lo spettacolo è intenso, anche se non sempre emozionante (per esempio la parte iniziale della “caverna” è sbilanciata, troppo lunga). I precedenti sono chiari: Emma Dante, e forse anche Beckett, Pinter... Infatti quel che colpisce, più del conflitto in sè fra i fratelli, è l’intreccio di corpi e parola che lo racconta, la gestualità dei due attori forte e intensa, quei sentimenti vissuti con violenza di gesti e la rabbia dei muscoli e del corpo.
( anna bandettini)