Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 23 Sabato calendario

Le tre dimensioni del tempo destinate a fondersi quando si parla di moda. Parte da qui il percorso della mostra Louis Vuitton Series 2 – Past, Present, Future (Roma, Palazzo Ruspoli, da oggi al 7 giugno 2015)

Le tre dimensioni del tempo destinate a fondersi quando si parla di moda. Parte da qui il percorso della mostra Louis Vuitton Series 2 – Past, Present, Future (Roma, Palazzo Ruspoli, da oggi al 7 giugno 2015). La moda di Nicholas Ghesquière, direttore artistico delle collezioni donna LV che unisce eredità estetica, contemporaneità e avanguardia. Lo spazio e il tempo che diventano entità metafisiche, come Kant suggeriva. E lo spettatore che assiste a una rappresentazione puntuale e insieme visionaria di una sfilata, dal backstage alla passerella. Ma anche a un nuovo modo di viaggiare nel tempo e nello spazio senza muoversi. L’estetica che diventa il motore del viaggio e viaggio dentro l’ispirazione dello stilista. Una mostra che invita gli spettatori dentro l’ispirazione, di Ghesquière, alla sua terza sfilata di prêt-à-porter, la collezione Primavera/Estate. Ma anche dentro la storia della maison del lusso. Il baule magico Tutto iniziò da un baule, dal genio di Louis che a soli 14 anni lasciò il suo paese per andare a Parigi a realizzare il suo sogno e le sue valigie. E dalle iniziali LV racchiuse nella perfezione di un cerchio. Così la mostra parte da qui, da un logo e da un baule magico - versione in tela Grey Trianon, quella del primo baule creato della Maison nel 1854 - che proietta ologrammi. Dal presente con gli abiti della sfilata primavera estate. Ma anche dal passato. Con le muse Catherine Deneuve, Francoise Hardy, Jane Birkin. E gli artigiani della maison, più di 200, che ancora oggi lavorano nell’atelier aperto nel 1859 sulle sponde della Senna, vicino a Parigi, ad Asnières dove si realizzano gli «special order», la valigeria rigida, tutte le borse di sfilata. C’è la stanza back stage con gli stendini, gli abiti organizzati per uscita ed abbinati alla foto della modella che l’indosserà, tavoli di accessori, tableau con le foto di ogni singola uscita e un affresco realizzato dal fotografo Jean Paul Gaude: Ghesquière e tutto il suo team impegnati negli ultimi ritocchi. L’accessory gallery dove borse, scarpe e accessori sono indossati da un manichino con le sembianze della modella Marte Mei van Haaster. Ma anche pezzi degli archivi Louis Vuitton che sono stati d’ispirazione per Ghesquière, come il baule realizzato nel 1904 per Mr. Casas per le sue esplorazioni in Africa, pensato per trasportare il suo letto, totalmente ermetico per proteggerlo da acqua e polvere. O il baule di Greta Garbo creato per contenere le sue scarpe. La Savoir Faire room, dove gli artigiani mostrano come nascono le scarpe, le borse, gli abiti oggetto del desiderio. La sfilata E poi la sfilata a cui tutti sono invitati, come sul web. Una proiezione continua delle 48 silhouette, uno show infinito che sfida e rende omaggio ai concetti di spazio, tempo e luogo rivoluzionati dalla civiltà digitale. Un coro greco di volti senza espressione invitano a questo viaggio fantascientifico attraverso epoche ed estetiche. E attraverso l’ispirazione che muove un fashion show. Una voce metallica avverte: «Ho dimenticato di dirvi che oggi la Maison Louis Vuitton vuole esplorare l’abilità di viaggiare in qualsiasi parte dell’universo senza muoversi. Il viaggio inizia qui». Allacciate le cinture di sicurezza. Griffate, of course. CORRIERE DELLA SERA 23/5/2015 Un «baule magico» di Louis Vuitton dal quale escono meraviglie sotto forma di ologrammi; il backstage della sfilata ricreato in una stanza bianca come quelle di «2001: Odissea nello spazio»; il baule-scarpiera di Greta Garbo, le videoproiezioni degli artigiani della maison, gli artigiani in carne e ossa, la «Poster Room» con le foto di Leibovitz, Teller e Weber; le immagini delle Muse storiche — Catherine Deneuve, Françoise Hardy, Jane Birkin — e quelle di oggi come Michelle Williams e Charlotte Gainsbourg. Tutto questo fa parte della mostra multimediale (un’«esperienza immersiva») «Exhibition Series 2» — aperta al pubblico e gratuita, dalle 11 alle 19 a Palazzo Ruspoli in via del Corso 418 a Roma, fino al 7 giugno — che racconta le idee del direttore creativo Nicolas Ghesquière e lo spirito della maison. Servizi e gallery sul Canale Moda del Corriere.