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 2015  maggio 22 Venerdì calendario

FESTE, NOZZE E FUNERALI ECCO I CELEBRANTI LAICI


Ci si può sposare ovunque, in un bosco o in riva al mare, tra i fiori o in un rifugio alpino. Con qualsiasi gesto simbolico, oltre allo scambio di anelli, dall’intreccio di fili colorati al volo di farfalle al salto della scopa, che in alcune tradizioni vuol dire «spazzar via» il passato e balzare verso il futuro. Si può suonare la «Marcia nuziale» delle Nozze di Figaro o Vieni via con me di Paolo Conte; leggere frammenti di Saffo o Ll’ammore di Totò... Tutto dipende dalla personalità e dall’estro degli sposi. Così nei funerali. Anziché celebrare la morte, che ci rende tutti uguali, si può ricordare la vita di chi non c’è più, che vuol dire sottolinearne l’unicità: le passioni, le tappe significative, magari strappando anche una risata che lo fa sentire più vicino. Si può suonare l’Inno alla gioia della Nona di Beethoven o My Way di Frank Sinatra o Imagine di John Lennon. Dipende dal ricordo che hanno del defunto familiari e compagni di strada.Quei riti di passaggio della vita, che tradizionalmente vengono officiati in chiesa, possono essere celebrati in mille altri modi. Se non si è credenti. Se si ha una spiritualità tutta personale. Se a voler riaffermare la propria unione è una coppia di fatto, gay o etero, o chi si è sposato all’estero. Se si desidera festeggiare in forme alternative una nascita, un’adozione, un affido... Perché si è appena costituita a Roma l’Associazione Passaggi, che ripropone una scelta ormai diffusa nel mondo anglosassone: affidare a un celebrante laico l’orchestrazione delle proprie cerimonie. Sceglierle e concordarle insieme, con creatività. In fondo chi non ha Dio non ha riti per accogliere chi nasce; i matrimoni civili sono cerimonie in serie, frettolose; le esequie senza religione sono commiati senza regia, intimiditi dal dolore. Come dice il poeta Valerio Magrelli in Funerale laico: «Ormai non è rimasto quasi niente,/ né schiavi immolati, né balsami,/ né roghi, né incenso, né prefiche./ Qualcuno parla, si applaude, il dolore/ viene giù senza riparo: un acquazzone all’aperto./ L’unico sacerdote è l’impresario/ di queste funebrissime non-pompe».A condurre l’Associazione Passaggi (passaggi.info) sono Clarissa Botsford e Sarah Morgan, diplomate in Inghilterra alla Fellowship of Independent Celebrants, che forma celebranti laici. Entrambe bilingui, organizzano in italiano o inglese eventi nel Centro Italia (i prezzi sono sui 250 euro). Una preziosa aggiunta a chi proposte analoghe le fa già. L’Unione degli atei e agnostici razionalisti, ad esempio (uaar.it). O Richard Brown, autore di Funerali senza Dio (Edizioni Omnilog, pp. 200, euro 16,99), manuale per organizzare cerimonie non religiose: Brown celebra in Sicilia (ritolaico.com). Che sia chiaro, il celebrante laico non sostituisce il wedding planner – non si occupa del pranzo, degli addobbi e così via – né le pompe funebri. Ma officia la cerimonia, studiandola ad hoc: personalizzata, significativa, originale. E c’è perfino chi, ancora vivo e vegeto, ha già contattato Passaggi per organizzare il proprio funerale.