Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 03 Domenica calendario

SCARPE

Wanda Miletti aveva 18 anni quando, nel 1940, conobbe Salvatore Ferragamo, 24 anni più grande di lei. Ragazza borghese di buona educazione, figlia di Fulvio Miletti, sindaco e medico condotto di Bonito, paese dell’Irpinia di quasi cinquemila abitanti. Lui, undicesimo di 14 figli, a 9 anni già faceva il ciabattino a Bonito, a 16 era partito per l’America dove, con la sua bravura, era riuscito a diventare il calzolaio delle dive. Nel 1929, ritornato in Italia, aveva cominciato a lavorare a Firenze. Nel 1937 aveva comprato Palazzo Spini Feroni che poi aveva trasformato nella sede della Salvatore Ferragamo. Non aveva dimenticato, però, il suo paese natale e quando il sindaco, nel 1940, gli chiese di contribuire alla costruzione di una mensa per i poveri, non si tirò indietro. Ricorda la signora Wanda: «Si presentò in casa un pomeriggio cercando mio padre. Ma era fuori per le visite e lo accolsi io. Sapevo che era una persona importante e dissi una frase così formale, “complimenti per il largo contributo che dà all’eleganza femminile”, che ancora oggi mi fa sorridere». In quell’occasione lui le chiese di mostrargli il piede per offrirle una sua creazione; lei si tolse le scarpe e mostrò un buco piccolissimo sulla punta dell’alluce. Lui neanche prese le misure e dopo qualche giorno le fece arrivare una perfetta francesina con tacco sette, zeppa minima e pelle lavorata a squamette. Si sposarono di lì a poco. Salvatore Ferragamo morì nel 1960 e da allora è Wanda che manda avanti l’azienda. La scarpa del fidanzamento è ancora in produzione (Laura Putti, D - la Repubblica 3/5).