Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 07 Giovedì calendario

SERIE TV? LE GUARDO ON DEMAND

Quando hai in palinsesto delle serie tv i cui ascolti non lineari (e cioè on demand o attraverso registrazioni) superano il 60% del totale, non puoi che realizzare come il futuro sia già qui: la televisione non è, e sempre più non sarà, quella cosa per cui ti siedi sul divano e guardi un po’ cosa c’è facendo zapping col telecomando.
Naturale che il ragionamento vale soprattutto per le serie tv.
Come spiegano da Sky, l’atteggiamento del telespettatore nei confronti della serialità è questo: i live delle prime puntate creano un certo engagement, attirano l’attenzione del telespettatore, che poi decide se e in che modo continuare a vederle.
Tanto per fare un esempio concreto, l’ultima serie prodotta da Sky, 1992, ha avuto una media di 991 mila telespettatori nei sette giorni: 555 mila in modalità lineare (ovvero alla prima emissione live e nelle repliche da palinsesto) e 436 mila in modalità non lineare (on demand o registrato), ovvero il 44% del totale. Di questi, 150 mila hanno visto in media le puntate on demand, 132 mila registrandole e vedendole nel giorno stesso di emissione, e 154 mila registrandole e guardandole nei giorni successivi.
Da un lato, quindi, ci sono quelli che ancora si mettono sul divano e guardano ciò che passa il convento; dall’altro ci sono i non lineari, quelli che si organizzano, e sono un po’ più attivi e coinvolti nella ricerca e visione del contenuto.
La funzione non lineare, perciò, diventa fondamentale per valutare le performance di un contenuto e di un canale (per esempio come Sky Atlantic).
E, al momento, non sono conteggiati gli ascolti in mobilità di Sky Go, che per prodotti di punta come Gomorra o 1992 possono valere quasi 100 mila ascolti on demand.
Nei corridoi di Santa Giulia, a Milano, dove ha sede il broadcaster televisivo, c’è grande soddisfazione per il fatto che le serie originali Sky siano di gran lunga le più viste, con Gomorra a guidare la classifica con i suoi 1.078.000 telespettatori nei sette giorni, davanti, appunto, a 1992 con i suoi 991 mila. Titoli che sovrastano gli ascolti di altre serie cult americane o inglesi, tanto amate dalla stampa in generale, ma viste da una nicchia molto piccola: 385 mila persone in sette giorni per True detective, 268 mila per House of cards 3, e 260 mila per Fortitude.
Se, da un lato, varrebbe quindi la pena ricordare ai giornalisti e agli opinion leader che quando seminano i loro servizi e discorsi di riferimenti ad House of cards stanno parlando una lingua sconosciuta al 99,5% del pubblico, dall’altro, però, questi contenuti di nicchia sono un ottimo laboratorio per capire le modalità di consumo di certa tv. Il 53% degli ascolti di True detective, ad esempio, è stato non lineare, percentuale che sale al 60% per I Borgia 3, al 61% per House of cards 3 e al 62% per Fortitude.
L’approccio non lineare per gli abbonati Sky è ovviamente spinto dalla crescita di Sky On demand: a oggi ci sono 1.556.000 abbonati che hanno attivato Sky on demand (più della metà dei tre milioni di abbonati che hanno My Sky Hd), in crescita del 39% sul giugno 2014, e con un raddoppio di titoli scaricati (215 milioni).
Entro giugno, poi, Sky presenterà un’altra novità: il lancio della nuova versione di Sky online, così come già fatto nel Regno Unito (un anno fa) e in Germania (da poche settimane): finora l’offerta di Sky online era riservata ai non abbonati a Sky che potevano godere dei contenuti in streaming solo su tablet o pc. Con la nuova offerta, attraverso una scatoletta Roku, i non abbonati Sky potranno godere della visione dei contenuti di Sky online pure sul televisore di casa (in Uk costa 19,99 sterline), poiché, in pratica, sarà disponibile la app di Sky online sulla tv, che diventa così una smart tv.
Il pubblico cui ci si rivolge è ovviamente differente da quello tipico degli abbonati Sky, e si va a presidiare ulteriormente il territorio, difendendosi dai considetti Ott alla Netflix, Google, Apple o Amazon. Come spiegano i manager del gruppo televisivo, questo genere di offerta è tra i principali motori di crescita di Sky nel Regno Unito.
Claudio Plazzotta, ItaliaOggi 7/5/2015