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 2015  maggio 07 Giovedì calendario

PERISCOPIO

Dopo le polemiche sui black bloc, svolta di Alfano: la prossima volta saranno affrontati da un plotone di mamme di Baltimora. Il Rompispread. MF.

(mfimage) Matteo Renzi è il motorino di avviamento di una centrale atomica che lo brucerà a breve. Rino Formica, ex ministro socialista delle Finanze ai tempi di Craxi (Silvia Truzzi). Il Fatto.

La base mi chiede di azzerare tutto. Massimo Bucchi, scrittore satirico. ilvenerdì.

Berlusconi ha fatto il suo tempo per età e perché ha deluso profondamente, e non può più riproporsi. Inoltre, per fare concorrenza a Renzi sui programmi, bisognerebbe affrontare il tema dell’abbattimento del debito, ma nessun partito potrebbe sostenere elettoralmente i costi sociali di un programma simile. Giuliano Urbani, co-fondatore di Forza Italia. Corsera.

La materia prima per la costruzione di un partito conservatore ci sarebbe, e sono gli elettori dispersi che non votano più o lo fanno con grande delusione, ma chi può catalizzare le forze sparse di centrodestra? Non credo un Salvini che va in Corea del Nord e si dice affascinato dall’ordine che vi regna. Giampaolo Pansa, saggista. Corsera.

Il sistema di relazioni in cui giornali, banche, fondazioni e partiti politici hanno pensato di andare avanti tutti insieme, discutendo fra loro, è morto. E se non muore, muore l’Italia. Matteo Renzi alla Borsa Italiana. Adnkronos.

Ho 57 anni e faccio il manager da tanto tempo ma non ero mai stato a capo di un cantiere come quello di Expo 2015. Non sapevo cosa significasse lavorare di notte, col freddo, con la pioggia, mentre intorno tutti dicono che non ce la farai. Questi uomini sono stati straordinari. Giuseppe Sala, commissario di Expo 2015. Corsera.

Allah ama chi combatte, chi dorme sulla dura roccia o vive nelle grotte. Elton Ibrahim Simpson, terrorista islamico, ucciso dalla polizia Usa nel corso di un attacco contro un mostra di disegni satirici su Maometto. New York Times.

Durante una recente intervista a Che tempo che fa, Enrico Letta ha annunciato che lascerà il Parlamento per andare a lavorare a Parigi. Mi sembra giusto che anche la Francia si faccia carico di accogliere qualche migrante in difficoltà. A Fabio Fazio, l’ex premier ha confessato anche di aver anticipato questa sua decisione al presidente della repubblica Mattarella, ma non a Renzi. Mica scemo. Aveva paura che, dopo la poltrona di Palazzo Chigi, Matteo gli fregasse pure la cattedra di rettore all’Università parigina. Dario Vergassola, comico. ilvenerdi.

I giovani, dice. E ci saranno anche loro, certo che ci saranno. Però anche noi, fulgidi sessanta-settantenni, lì a fischiare la Brigata ebraica il 25 aprile, a gridare cosa-vogliamo- voglia-mo-tut-to-I-sra-ele-stato-farabutto. Anche noi in prima fila, ci siamo sempre. Da sempre. Contro l’Expo, contro gli Ogm, contro la globalizzazione, contro i soffocanti bavagli alla stampa, contro chi pensa che alla Costituzione, due o tremila anni dopo, non guasterebbe un ritocco, contro la Tav, l’invenzione della ruota, contro gli aumenti del salario alla Fiat, se a farli è Marchionne, contro il Parlamento dei ladri, dei nominati, contro Berlusconi o contro Renzi, contro la democratura, gli 80 euro, gli F-35, contro le preferenze, o a favore, questo dipende, e contro gli ebrei comunque, pardòn, volevo dire i sionisti. Perennemente lì, noi sui settanta. Giovani dentro, ma precettori canuti ed educatori instancabili, con tatuato sul petto il nostro Che Guevara: hasta la baldoria, siempre! Andrea Marcenaro. Il Foglio.

I giovani diretti a Cwestochowa vanno addormentati nella notte. Mi viene in mente il viaggio, oltre settant’anni fa, dei treni dei soldati diretti al fronte russo. C’era, fra loro, il nonno di questo nostro figlio. Ed erano ragazzi anche quelli, e così ignari di ciò che li aspettava. Forse come questi inseguivano dal finestrino le luci dei paesi ignoti nel buio, mentre il sonno appesantiva le palpebre? L’ultimo sms è dell’alba: «La campagna morava è bellissima». Poi, silenzio: i cellulari scarichi restano muti. Di modo che, come accadeva una volta, non si sa più nulla. In questo blackout mi lascio andare a immaginare. La tenda da piantare, magari sotto la pioggia. La fame vigorosa, e, da mangiare, solo scatolette. La Messa alle cinque, e poi insieme in cammino, mentre la luce incerta dell’alba si alza su un paesaggio straniero. Dodici, quindici chilometri al giorno? I piedi doloranti, il caldo, la sete. Qualcuno forse dalla lenta, corale, fatica del pellegrinaggio rimarrà affascinato: come se fosse questo cammino, della vita, metafora. Come se quell’andare con fatica dalla Madonna fosse l’immagine stessa del nostro umano destino. E che tesoro di speranze e vocazioni e talenti portano mio figlio e i suoi amici, a Czestochowa: nel gesto di chi domanda, e semplicemente si affida. Per giorni, poi, il cellulare tace. Dalla Polonia, niente. È strano, ma trovo bello anche il denso silenzio di altri tempi, che avvolge la marcia di questi figli pellegrini. Marina Corradi. Avvenire.

Negli anni 70 una volta un socio disse a Piero Buscaroli (che reggeva il Roma, quotidiano di Napoli): «Diretto’, Voi ci scuserete se non leggiamo il Roma nuje leggimmo ’o Mattino pecchè ’nce avimmo a trezzià ’e muorte!» («Direttore, Lei ci scuserà se non leggiamo il Roma, noi leggiamo il Mattino perché ci dobbiamo trezziare i morti!»). Il Mattino è il principale quotidiano cittadino e ospita gli annunci funebri: il socio aveva detto trezziare, verbo che significa aprire piano piano le carte da gioco che uno tiene in mano. Gli annunci funebri andavano trezziati, degustati, delibati! Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio, 2014.

L’Italia è una mantenuta costosa e scostumata. Ma è la sola che riesce a scaldare il nostro letto e a farci sentire uomini, anche se cornuti. Indro Montanelli. Cesarelanza.com.

Governo Renzi: la corte dei miracoli alla corte di re Artù. / Enrico Letta: il caro estinto. / Gianni Letta: un sì per tutti. / Eugenio Scalfari: il profeta Ezechiele della Repubblica. / Beatrice Lorenzin: l’unico farmaco senza un principio attivo. / L’ex ministro ciellino Lupi: requiescat in pace. / Matteo Salvini: l’uomo immagine di un’osteria brianzola. / Ignazio Marino: il braccio armato dell’inefficienza. / Fitto e Berlusconi: amarsi e dirsi addio. / Laura Boldrini: a dir le mie virtù basta una gaffe. / Nichi Vendola: dategli una pala eolica e non saprà che farsene. / Il diavolo veste Prada; il Colosseo calza Tod’s. / Politica: l’ormone della corruzione. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 7/5/2015