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 2015  maggio 06 Mercoledì calendario

VA ALLA GRANDE LA MANICA SDRUCITA DEL PAPA È UN CHIARO MIRACOLO DEL SANTO MARKETING

Pare che una foto di papa Francesco stia spopolando in rete. Così ha twittato ieri Ezio Mauro, direttore di Repubblica, pubblicando un link del suo giornale che la riportava. La foto mostra un dettaglio della veste bianca papale: una manica. Bergoglio, durante un viaggio in auto, tiene appoggiato il braccio destro sul finestrino, e l’obiettivo coglie il particolare dei tessuti sfilacciati, tipici di indumenti vecchi e molto usati.
L’immagine del pontefice così dimesso, con la veste lisa, piace tantissimo, pare.
Così come erano piaciuti subito i vecchi scarponi calzati, che tutti erano subito corsi a paragonare con le scarpette in velluto rosso di Benedetto XVI; così come aveva colpito, favorevolmente, la borsa nera, non particolarmente di pregio, portata con la semplicità dell’anziano impiegato di ritorno dal lavoro, mentre eravamo abituati al papa sempre con le mani libere da ogni impedimento che non fosse il vincastro.
Tutte cose, avevano annotato qualche anno fa Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, giornalisti de Il Foglio nel libro Questo Papa piace troppo (Piemme), tutte cose, dicevamo, che spostavano l’attenzione dalla persona papae, la persona del Papa, a quella di Jorge Bergoglio. Un meccanismo di cui Francesco certamente si rende conto ma dei cui effetti non pare curarsi troppo. E l’esibizione della manica sdrucita, che il fotografo vaticana ha colto subito, lo conferma. La tonaca sfilacciata, penserà qualcuno nel suo staff, rafforza l’immagine di un pontefice semplice, militante quella povertà evangelica di cui parla spesso e a cui richiama continuamente la Chiesa. La coerenza in un dettaglio, insomma. O la forza del santo marketing.
Non tutti, nella Chiesa, hanno pensato che la povertà dovesse accompagnarsi alla bruttezza di un abito trasandato.
Don Zeno Saltini, il fondatore di Nomadelfia, che aveva deciso di vivere un cristianesimo radicale e povero, come quello degli inizi, voleva che la gente della sua comunità vestisse bene. In maniera sobria, senza svolazzi, ma con abiti belli e in ordine. Per questo aveva fatto fare un contratto con nota azienda tessile del Grossetano, dove Nomadelfia si trova, e faceva comprare a prezzo scontato, buoni vestiti per tutti. I nomadelfi erano, e sono, poveri ma belli.
Goffredo Pistelli, ItaliaOggi 6/5/2015