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 2015  maggio 06 Mercoledì calendario

Fosse successo a qualcun altro, l’eco delle alte lamentazioni in morte dell’idea stessa di democrazia si sarebbe sentita fino in Nuova Zelanda

Fosse successo a qualcun altro, l’eco delle alte lamentazioni in morte dell’idea stessa di democrazia si sarebbe sentita fino in Nuova Zelanda. Essendo successo a Rosy Bindi, invece va tutto bene: le fondamenta delle nostre istituzioni non risultano minacciate, le vesti appartenenti alle migliori coscienze civiche del Paese non subiscono lacerazioni di sorta e la vicenda si presta, tutt’al più, a fornire lo spunto per qualche lieve noterella di colore. Un autentico trionfo del doppio standard. Premessa. ROSY BINDI E ANNA MARGHERITA MIOTTO CON LE PALLINE DI GOMMA ROSY BINDI E ANNA MARGHERITA MIOTTO CON LE PALLINE DI GOMMA Le giornate con tante votazioni per i parlamentari sono vieppiù stressanti: ore e ore inchiodati in aula a pigiare bottoni, con la noia che cresce e l’indolenzimento del dito che si fa sentire. Per ovviare all’incomodo, è prassi abbastanza comune ricorrere all’antico ed accettato trucco della palletta. Funziona così: si produce una palletta di carta, la si incastra nella buca per votare assicurandosi che tenga giù il pulsante ed il gioco è fatto. Il sistema registra così voti a getto continuo ed il parlamentare ritrova l’agibilità non solo di tutte e dieci le dita ma anche del resto della persona: finché la palletta fa il proprio lavoro, l’eletto è infatti libero come uccel di bosco e, se vuole, può anche prendere commiato dall’Aula e risultare comunque presente e votante. I fatti. Lunedì a Montecitorio è una giornataccia: rush finale della maratona sulla legge elettorale e votazioni come se non ci fosse un domani. Tra i banchi del Pd serpeggia una certa stanchezza mista a giradito, finché non si manifesta Rosy Bindi munita di toccasana. Toccasana che ha per l’occasione le fattezze di alcune palline di gomma di quelle per far giocare i gatti. ANNA MARGHERITA MIOTTO CON LE PALLINE DI GOMMA ANNA MARGHERITA MIOTTO CON LE PALLINE DI GOMMA Adocchiatele in qualche negozio per animali e ritenutele atte ad assolvere le funzioni del succedaneo fatto con le fotocopie appallottolate, la presidente della Commissione Antimafia ritiene di comprarne un piccolo stock onde farne dono alle colleghe nonché compagne di banco Silvia Fregolent ed Anna Miotto. La scena in Aula non sfugge ai fotografi, che immortalano a più riprese le deputate che armeggiano con le palline, ne testano la confacenza alla misura della buca e le utilizzano con visibile soddisfazione. E qui si torna alla considerazione iniziale. L’avesse fatto qualcun altro, sarebbe venuto giù il mondo. La stagione della caccia al pianista è sempre aperta, ed è consuetudine inveterata da parte di media ed esponenti politici esercitarsi nel tiro spietato al parlamentare che si renda responsabile del misfatto. Per stare solo ai casi più recenti: l’anno scorso il cittadino Alessandro Di Battista era stato beccato dai teleobiettivi a votare con la palletta e successivamente sottoposto ad un impressionante fuoco di fila di critiche e polemiche a fronte del quale il deputato grillino si era visto costretto a profondersi in pubbliche scuse; ROSY BINDI E ANNA MARGHERITA MIOTTO CON LE PALLINE DI GOMMA ROSY BINDI E ANNA MARGHERITA MIOTTO CON LE PALLINE DI GOMMA quest’estate la sortita di un senatore del Movimento cinque stelle contro due colleghi colpevoli di usare il trucco della palletta era sfociata in bagarre con tanto di fitto lancio delle pallette medesime all’indirizzo del grillino da parte dei banchi della maggioranza; a legislatura appena iniziata c’era anche stata una scena rusticana col cittadino Roberto Cotti a recarsi personalmente al banco del berlusconiano Aiello, rimuovere la palletta dalla buca ed ostenderla platealmente tra i fremiti di orrore dell’aula. Superfluo dire che, in questo come negli altri innumerevoli casi di parlamentari beccati con le mani fuori dalla buca, giornali e mezzi di informazione non avevano mancato di garantire alla cosa la adeguata grancassa. Ieri, niente. Non una voce, non una protesta, non un tweet scandalizzato da parte di chicchessia. Sui giornali giusto la foto delle signore con le pallette, corredate da anodine didascalie all’insegna dell’understatement, tutte «curiosità» e «stratagemma». rosy bindi rosy bindi Roba per cui, a non chiamarsi Rosy Bindi, si finisce crocifissi per manifesta inadempienza ai più basilari obblighi dell’anticasta. Roba per cui, però, se si ha la carta d’identità giusta, si esce indenni, ed anzi con quel sovrappiù di favore derivante dal tocco animal friendly della palletta per gatti, i quali notoriamente fanno simpatia. Per far passare la voglia di sparare sul pianista, evidentemente, può bastare anche così poco.