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 2015  maggio 03 Domenica calendario

Lo scorno maggiore sarebbe che una nuova sentenza della Corte costituzionale bocciasse anche l’Italicum, dopo che il Porcellum è stato fatto a pezzi nel gennaio dello scorso anno

Lo scorno maggiore sarebbe che una nuova sentenza della Corte costituzionale bocciasse anche l’Italicum, dopo che il Porcellum è stato fatto a pezzi nel gennaio dello scorso anno. In quella Consulta sedeva anche Sergio Mattarella, ora chiamato dal Colle a firmare la nuova legge elettorale fortissimamente voluta da Matteo Renzi. Le indiscrezioni della vigilia dicono che la Mummia Sicula metterà la sua firma. Del resto la Costituzione parla di “manifesta incostituzionalità” come ostacolo alla firma e il giochetto è tutto lì, nell’aggettivo “manifesto”. Se non è “manifesta”, si firma tranquillamente. Poi, semmai, ci penserà la Corte. matteorella renzi e mattarella matteorella renzi e mattarella Il problema della costituzionalità dell’Italicum però c’è ed è stato sollevato da vari studiosi. Due nomi su tutti: Massimo Villone della Federico II di Napoli e Massimo Luciani della Sapienza di Roma. Il primo punto discutibile è il super-premio di maggioranza del 55% che viene assegnato alla lista che prende il 40% al primo turno o che vince il ballottaggio. Qui il criterio da tenere presente è quello spiegato con chiarezza dalla sentenza della Consulta sul Porcellum: è illegittimo il premio che crea una eccessiva divaricazione tra composizione del Parlamento e volontà dei cittadini espressa con il voto. Mattarella e Renzi Mattarella e Renzi Con l’Italicum l’accesso al ballottaggio non è vincolato a nessuna soglia minima di voti né al quorum di partecipazione. Nella situazione attuale, nessun partito arriverebbe al 40% e al ballottaggio andrebbero le prime due liste, che possono anche prendere un semplice 20-25%. C’è poi il problema dell’affluenza. E’ lecito ipotizzare, dopo le ultime votazioni, che vada a votare un 60% degli italiani e la storia insegna che al secondo turno l’affluenza cala. Il risultato è che un partito che prende il 30% di un 60% di votanti, quindi largamente minoritario nel Paese, grazie al super-premio si ritrova in dono il 55% dei seggi in Parlamento. Non è un caso se la Corte Costituzionale parlava di “ragionevole soglia minima di voti” per accedere al premio. matteo renzi gelato mattarello matteo renzi gelato mattarello Una proposta per rendere il sistema meno sproporzionato è stata avanzata nelle scorse settimane dal costituzionalista Marco Cucchini su “Lavoce.info” ed è quella di non distribuire il premio se al ballottaggio non va a votare almeno il 50% degli aventi diritto. Sarebbe il minimo. Il secondo punto debole della legge elettorale in votazione alla Camera riguarda i capilista bloccati e le preferenze. Di fatto, il 60-65% dei prossimi deputati sarà nominato dai segretari di partito, il che è forse “esteticamente” brutto ma non incostituzionale. La Costituzione, però, all’articolo 48 dice che il voto dev’essere “personale ed eguale, libero e segreto”. Qui conta il concetto di “voto eguale”, ossia il fatto che i cittadini abbiano la stessa possibilità di scegliere e contare con il loro voto. E qui cominciano i problemi dell’Italicum. BERSANI NON VOTA L’ ITALICUM BERSANI NON VOTA L’ ITALICUM Un primo fronte che si apre è quello delle candidature plurime, ammesse dalla legge. Optando a sua discrezione per un collegio o per un altro, il parlamentare “svuota” il voto degli elettori facendo scalare gli eletti nelle liste. Insomma, c’è chi riesce a eleggere il “suo” deputato e chi invece ne eleggerà uno che non aveva scelto. Il voto di chi vuole eleggere un certo capolista non è trattato allo stesso modo di quello di chi non lo vota. laura boldrini a montecitorio fiducia laura boldrini a montecitorio fiducia Un secondo punto critico è dato dal fatto che, per come è congegnato il sistema, gli eletti con le preferenze scattano solo nelle liste maggiori, una volta eletti i capilista bloccati. Per le liste minori, invece, la probabilità di eleggere qualcuno oltre ai capilista è ridotta al lumicino. Questo significa che se voto un partito di quelli grandi (Pd, Lega, Grillo) posso anche scegliere i candidati, mentre se voto Fratelli d’Italia o Sel mi becco i nominativi scelti dalle segreterie. In questo caso è lampante che il voto non è “eguale”, come richiederebbe la Costituzione. passera contro l italicum col bavaglio passera contro l italicum col bavaglio boschi lotti italicum boschi lotti italicum Tornando al “super-premio”, ci sono ancora dei dubbi che potrebbero spingere la Consulta a censurare la legge. Nella sentenza sul Porcellum, la Corte sostiene che si può limitare la rappresentatività a beneficio della governabilità, ma si può obiettare che quello del 55% e un premio troppo ampio. Inoltre, se questo premio risolve il problema della governabilità, allora a che cosa serve imporre delle soglie al 3% per i partiti? Si tratta di una semplificazione forzata del sistema politico del tutto incoerente. Le soglie, insomma, potevano essere tranquillamente tolte, tanto nessuno spezzettamento del consenso impedisce di avere un vincitore che governa con una solida maggioranza. renzi sulla legge elettorale ieri e oggi renzi sulla legge elettorale ieri e oggi Ultima, e più grave, considerazione riguarda il gioco di pesi e contrappesi determinato dalla nuova legge. Un governo con il suo 55% di deputati si può nominare da solo le istituzioni di garanzia, come il presidente della Repubblica, i membri del Csm e i componenti della Corte Costituzionale. Non è detto che sia una buona idea, Renzi o non Renzi.