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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

FACCI: “È UNO SCANDALO CHE LE DONNE GUADAGNINO MENO DEGLI UOMINI’ DISSE IL PAPA, MONARCA DI UNO STATO ASSOLUTO GUIDATO SOLO DA MASCHI IN CUI LE DONNE NON POSSONO FAR CARRIERA E NON È PREVISTO ABBIANO UNA CITTADINANZA”




«È uno scandalo che le donne guadagnino meno degli uomini», ha detto ieri Papa Francesco, il monarca di uno staterello assoluto situato sulla riva destra del Tevere, un regime guidato da soli uomini dove le donne non possono fare carriera e ufficialmente non è neppure previsto che abbiano una cittadinanza.

L’omelia del Pontefice, che esercita un mandato ovviamente vietato alle donne, ieri si è soffermata sulle ingiustizie del maschilismo e ad ascoltarlo erano in ventimila: «Serve uguale retribuzione per uguale lavoro» ha detto Papa Francesco dal vertice di uno Stato in cui le donne purtroppo non hanno uguale retribuzione perché non hanno uguale lavoro: né in Vaticano e neppure fuori, visto che le donne prete nel cattolicesimo non esistono.

In Vaticano, oltretutto, non hanno diritto di voto - è riservato ai cardinali - e devono indossare gonne nere mai sopra il ginocchio, e maniche della camicia sempre oltre il gomito, e mai i pantaloni, e solo gioiellini rudimentali e scarpe scure e chiuse: tuttavia possono indossare un cappello o un velo nero.

«Che il calo dei matrimoni sia colpa dell’emancipazione femminile è un’ingiuria, è una forma di maschilismo... Così facciamo la brutta figura di Adamo, che per giustificarsi di aver mangiato la mela ha risposto al Signore: “Lei me l’ha data”»: questo ha detto ancora Papa Francesco, massima autorità religiosa in una nazione - Città del Vaticano - che però ha registrato delle eccezioni, e per esempio si segnala che dentro le proprie mura vivevano anche le figlie di uno degli elettricisti: ma dopo essersi sposate hanno dovuto andarsene.

«Il Vangelo ha sconfitto la cultura del ripudio, quando un marito poteva imporre il divorzio anche con i motivi più pretestuosi e umilianti», ha aggiunto Papa Francesco dall’alto di una realtà in cui le donne possono acquisire la cittadinanza solo attraverso un matrimonio religioso con un cattolico battezzato, ma solo durante il soggiorno del marito.

E ancora: «Dobbiamo difendere le donne», ha commentato tra gli applausi, «anche perché è un fatto che le persone che si sposano sono sempre di meno, i giovani non vogliono sposarsi, aumenta invece il numero delle separazioni mentre diminuisce il numero dei figli». Eh già. Papa Francesco parlava rivolto a Piazza San Pietro, epicentro simbolico di uno stato in cui le donne non risulta che possano neppure aprire un conto bancario: ma uno degli assistenti del Pontefice in compenso era una donna, e tra i vaticanisti corre voce che Papa Francesco vorrebbe mettere più personale femminile nei posti chiave dell’amministrazione.

È una chiara svolta, del resto annunciata da una fondamentale intervista al Messaggero del 30 giugno 2014: al Papa avevano chiesto se ci saranno mai donne prete e lui aveva risposto «la Chiesa è donna. Chiesa è una parola femminile. Non si può fare teologia senza questa femminilità. Sono d’accordo che si debba lavorare di più sulla teologia della donna».

E ieri, in attesa di poter lavorare nuovamente sulla teologia della donna, Papa Bergoglio ha invitato i fedeli a «riconoscere come ricchezza sempre valida la maternità delle donne e la paternità degli uomini, a beneficio soprattutto dei bambini»: strada sbarrata, cioè alla possibilità di una benedizione cattolica per le adozioni da parte di coppie dello stesso sesso. Per quelle c’è tempo. Il Papa, coi tempi della Chiesa, sta ancora lavorando sulla teologia della donna.