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 2015  aprile 30 Giovedì calendario

IL PETROLIO ACCELERA ANCORA E VOLA AI MASSIMI DELL’ANNO

I mercati petroliferi continuano a ignorare qualsiasi elemento ribassista, per concentrarsi solo sui fattori che possono giustificare un rialzo. Solo così si spiega l’ennesima accelerazione che ieri ha portato il prezzo del barile ai massimi dell’anno: 59,33 dollari per il Wti e 66,72 dollari per il Brent. L’impennata - di oltre il 3% - si è un po’ ridimensionata sul finire della seduta, ma le quotazioni hanno comunque chiuso in terreno positivo, portando il guadagno nel mese di aprile oltre il 20%: il recupero più vistoso da maggio 2009, quando il petrolio stava risalendo dopo il crollo seguito al collasso di Lehman Brothers.
A galvanizzare gli investitori è stato il primo calo delle scorte a Cushing, dopo una serie di incrementi che era durata senza interruzioni per venti settimane, portando a temere il prossimo esaurimento degli spazi di stoccaggio: al punto di consegna del Wti si erano accumulati 62,2 milioni di barili di greggio, contro una capacità operativa dei serbatoi di 70,8 mb, secondo le stime dell’Energy Information Administration (Eia).
Ieri la stessa Eia ha comunicato che finalmente, la settimana scorsa, gli stock di Cushing sono diminuiti di 514mila barili. Il sospiro di sollievo è stato tanto profondo da far chiudere gli occhi (o quasi) su ogni altro dato statistico. In generale, infatti, le scorte di greggio Usa sono aumentate di nuovo, anche se “solo” di 1,91 mb, e a 490,9 mb si confermano a livelli mai raggiunti dal lontano 1930. E la produzione americana – per la prima volta da tre settimane – è tornata a crescere, benché di poco: +7mila barili al giorno (a 9,373 milioni di bg).
L’eccesso di greggio è tale che le raffinerie americane non riescono a smaltirlo, benché stiano lavorando a ritmi forsennati, al 91,3% della capacità. In una sola settimana l’utilizzo degli impianti è aumentato addirittura del 3,9% (al 90,9%) nella East Coast, che comprende il New York Harbor, punto di consegna per la benzina quotata al Nymex. Questo ha fatto salire le scorte proprio di questo carburante (+1,7 mb), mentre i distillati sono calati di appena 66mila barili.
Sullo sfondo, a corroborare la vocazione rialzista degli investitori, ci sono anche l’ulteriore scivolone del dollaro dopo la delusione sul Pil Usa (cresciuto solo dello 0,2% nel primo trimestre) e le tensioni geopolitiche. Con un’inquietudine in più, legata alla rivoluzione delle gerarchie politiche saudite.
.@SissiBellomo
Sissi Bellomo, Il Sole 24 Ore 30/4/2015