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 2015  aprile 29 Mercoledì calendario

TANTI AUGURI LEGGENDARIO VARENNE


[Varenne]

«Ecco Varenne, il più grande trottatore di tutti i tempi. Il 19 maggio compie, vent’anni ed è in perfetta forma. Un cavallo straordinario, di intelligenza e sensibilità sovrannaturali. Averlo nel nostro allevamento è un sogno». Roberto Brischetto parla con grande emozione mentre accarezza quello che ancora oggi è considerato il cavallo più famoso del mondo. Siamo nell’allevamento “Il Grifone”, nella campagna di Vigone (Torino). Cinquantacinque ettari, dove Brischetto e il figlio Jacopo allevano cavalli da corsa di altissima qualità. Varenne bruca l’erba nel suo paddock, un grande recinto erboso controllato da telecamere. Il sole disegna riflessi sul suo manto scuro ed evidenzia i muscoli guizzanti, tonici, anche se non corre da tredici anni. «Si è ritirato dalle competizioni nel 2002», spiega Brischetto. «Tutti i giorni viene fatto lavorare nel tondino per tenerlo in forma. Ora fa il riproduttore e i figli, sparsi per il mondo, continuano a vincere. Ma nessuno ha mai potuto eguagliare i suoi primati».
“Il Capitano”, come è stato soprannominato dopo la sua prima vittoria nel 1998, è il trottatore più ricco di tutta la storia. «In totale ha vinto sei milioni e mezzo di euro, nessuno ha mai fatto tanto», continua Brischetto. «Varenne ha vinto tutto quello che era possibile vincere nel trotto. Ha gareggiato dal 1998, quando aveva tre anni, fino al 2002 ed è entrato nella leggenda. Si è aggiudicato le corse più importanti del mondo. Ha vinto il Derby di Roma, tre volte il Lotteria di Agnano, due volte l’Elitloppet di Stoccolma, la Breeders Crown e due volte il Prix d’Amerique a Parigi, che è la corsa delle corse. Per capire quanto sia unico Varenne basti pensare che le gare vengono divise in gruppi per importanza e al “Gruppo 1” appartengono quelle di massima elite. Quando un cavallo vince sette, otto “Gruppi 1” è considerato un vero “mostro”. Bene, Varenne ne ha vinti una trentina, su tutte le distanze e contro ogni tipo di avversario!
«Per un cavallo compiere ventanni è come per un uomo arrivare ai sessanta. Non si può dire che sia un cavallo anziano ma è entrato nella maturità. Suo padre, Waikiki Beach, ha 33 anni e gode ottima salute. Festeggeremo l’evento a Milano, dove Varenne farà da padrino all’inaugurazione del nuovo ippodromo di trotto della città. Saranno presenti i suoi fans, che sono ancora moltissimi. Riceviamo di continuo lettere di appassionati che ci chiedono sue notizie, ci chiedono di salutarlo. Una volta, una signora ci ha scritto per avere un ciuffo di crini da dare al figlio, gravemente malato, che era innamorato del cavallo. Glieli abbiamo mandati ma non ci ha fatto sapere più nulla. C’è una associazione di fans di Varenne che si chiama “La figlia del Capitano” e che tutti gli anni, quando il cavallo compie gli anni, organizza una grande festa e gli porta una torta di mele e carote. Varenne sembra capire quando arriva quel giorno. Si guarda in giro eccitato. Tra le persone che vengono a festeggiarlo, c’è sempre una ragazza che si chiama Alice e che è su una sedia a rotelle. Quando la vede, Varenne le si avvicina, abbassa la testa e si fa accarezzare, dimostrando una delicatezza straordinaria.
«Il soprannome “Capitano”, glielo hanno dato alcuni giornalisti tifosi del Milan in onore di Franco Baresi che era il capitano della squadra rossonera. Il nome Varenne invece viene da “rue de Varenne” la via dove si trova l’Ambasciata italiana a Parigi. Quando correva il suo risultava tra i 5.000 nomi di “personaggi italiani” più famosi all’estero. Ci fu anche chi cercò di convincere il presidente Napolitano a nominare Varenne “cavaliere della Repubblica”. Ma dal momento che non era possibile nominare “cavaliere” un cavallo, il presidente gli concesse una targa d’argento per meriti sportivi. «Varenne è stato un “miracolo genetico”, un cavallo perfetto per correre. Oltre al fisico eccezionale, ha sempre avuto un’intelligenza fuori dal comune che lo faceva restare calmissimo nelle situazioni più critiche. Il giorno della gara, i cavalli sono nervosi, sentono moltissimo l’eccitazione attorno a loro, si agitano e può capitare che arrivino al momento della partenza stanchi, con metà della loro energia. Varenne invece si è sempre comportato come un asceta, impassibile. Non ha mai sprecato una goccia di energia prima di una corsa, mantenendo una padronanza assoluta. Poi, quando era il momento di correre, allora non accettava il secondo posto. E poi c’è stata la continuità. Quando ha iniziato a vincere non ha più smesso. Varenne non ha mai fallito il bersaglio. Mai una volta.
«Il suo propietario è sempre stato l’avvocato Enzo Giordano. Poi, quando Varenne ha smesso di correre ed è arrivato qui al Grifone, si è creata una partnership tra Giordano, che detiene la maggioranza, e noi che lo gestiamo.
Ora lui fa il riproduttore. È “entrato in razza” come si dice nell’ambiente ippico. Il suo seme è richiesto in tutta Europa. I suoi primi figli sono nati undici anni fa e ci sono diverse cavalle figlie sue che a loro volta hanno avuto puledri. Così Varenne è già diventato nonno. I suoi figli sono praticamente tutti dei vincenti e in totale hanno vinto 126 Gran Premi in giro per il mondo. Due sue figlie, Lana del Rio e Lisa America, sono le femmine che hanno vinto di più in Italia». All’improvviso Varenne alza la testa e si avvicina alla staccionata. Ha visto arrivare Anna Crespo, la persona che si occupa direttamente di lui ogni giorno. Anna lo accarezza sul muso e lui piega la testa, socchiudendo gli occhi teneramente.
«Per me è davvero un essere superiore», dice Anna sorridendo. «Non finisce mai di stupirmi. Ha un carattere meraviglioso, ha un ottimo rapporto con tutti. È umile, semplice, si adatta a tutto. Fa amicizia facilmente e si fida molto delle persone che gli stanno accanto. «Trascorre le sue giornate in modo molto tranquillo. Sta quasi sempre all’aperto e tutti i giorni lo faccio girare nel tondino alla longhina per fargli fare ginnastica. Quando gareggiava, so che ogni tanto gli mettevano anche la sella per farlo uscire in passeggiata e variare un po’ la sua routine. Ma da quando è qui, io non l’ho mai fatto. Non so, è come se lo obbligassi a fare qualcosa e invece voglio causargli il meno disturbo possibile. Lo rispetto moltissimo. «Ogni giorno mangia una miscela di cereali e del fieno di ottima qualità. Però gli piace inzupparlo nell’acqua. Come noi facciamo con i biscotti nel tè, lui lo fa con il fieno. Lo prende in bocca e prima di masticarlo lo inzuppa in un secchio pieno di acqua. Poi adora le mele ma devono essere un po’ acerbe, devono scrocchiare. Quelle troppo mature non gli piacciono.
«L’unica cosa che proprio non sopporta sono gli insetti. Qualche anno fa Varenne deve essere stato punto da una vespa sul naso e da allora detesta qualunque insetto volante che gli ronzi attorno al muso. Per questo porta quasi sempre un “mosquero”, cioè una sorta di protezione a frange sul muso che allontana le mosche e altri animaletti. Senza di quella, diventa teso come una corda di violino ma quando la indossa si rilassa e torna ad essere il meraviglioso cavallo di sempre. Per Varenne è l’inverno, quando non ci sono tutti quegli insetti volanti, la stagione preferita!».
Nicola Allegri