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 2015  aprile 29 Mercoledì calendario

PAKISTAN, 12 MILA ADDETTI VIGILANO SUI TECNICI CINESI

In Pakistan si stanno realizzando infrastrutture attraverso un imponente piano da 46 miliardi di dollari (41,9 mld euro) che vede impegnati molti operai e ingegneri cinesi. Pechino ha portato a casa questo accordo, che la vede protagonista nel disegnare il futuro del paese asiatico. Ma i problemi di sicurezza sono notevoli e altrettanto forte è l’impegno delle autorità pachistane per garantire l’incolumità delle maestranze e delle stesse opere pubbliche.
Così Islamabad ha predisposto un piccolo esercito di 12 mila uomini incaricati, appunto, di vigilare affinché non si verifichino attacchi e incidenti.
Già nel corso di quest’anno è previsto l’avvio di una dozzina di progetti per i quali il governo cinese non vuole correre rischi. E, per far sì che l’azione degli addetti alla sicurezza sia il più possibile professionale, è stato annunciato che gli elementi civili di questa speciale guardia proverranno in gran parte dalla milizia paramilitare che controlla i confini pachistani. Tra i progetti in cantiere figurano quelli per la creazione di linee ferroviarie, strade e stazioni di energia. Uno di questi lavori riguarda un’autostrada che unirà il porto di Gwadar alla città cinese di Kashgar, nella regione nordoccidentale del paese. Il percorso attraverserà l’area settentrionale del Pakistan, dove si trovano parecchie montagne e nella quale i militanti antigovernativi sono stati protagonisti di numerose azioni terroristiche. Proprio a Gwadar i guerriglieri separatisti sono impegnati in raid contro il governo di Islamabad. Per non parlare della minaccia principale che è costituita dai gruppi islamisti legati ad al-Qaeda.
L’allerta è elevata, visto che il rapimento di lavoratori cinesi oltreconfine è una realtà. L’ultimo episodio risale a qualche mese fa, quando in Camerun dieci operai vennero prelevati con la violenza da persone sospettate di far parte del gruppo estremista Boko Haram. In settembre Pechino ha inviato 700 soldati nel Sud Sudan per sorvegliare gli addetti agli impianti petroliferi. In Pakistan, negli ultimi anni, lavoratori e turisti sono stati rapiti e proprio per questo la Cina ha insistito affinché Islamabad attuasse tutte le misure di sicurezza necessarie a garantire l’incolumità dei propri cittadini. Ma alcuni esperti ritengono che il dispiegamento di un numero più alto di guardie non sia sufficiente in un contesto generale di disordine e violenza.
Elisabetta Iovine, ItaliaOggi 29/4/2015