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 2015  marzo 30 Lunedì calendario

ROSSI: «E ORA PROSEGUO FINO A 40 ANNI» - «Quando al pomeriggio sono arrivato al circuito, erano tutti lì a dirmi: “Ha vinto la Ferrari, tocca a te”

ROSSI: «E ORA PROSEGUO FINO A 40 ANNI» - «Quando al pomeriggio sono arrivato al circuito, erano tutti lì a dirmi: “Ha vinto la Ferrari, tocca a te”. Facile no?». Valentino Rossi ha i capelli fradici di sudore e spumante. Ha appena ricevuto al telefono i complimenti del premier Matteo Renzi (che si è anche congratulato con Marchionne per il successo Ferrari). «Una notte incredibile. La lotta con Dovi la metto tra le più belle battaglie della carriera, come con Capirossi al Mugello, con Lorenzo al Montmelò, ancora con Loris a Sepang. Non ricordo bene l’ultimo giro. Sono stato bravo a risorpassare Andrea e a crearmi un vantaggio nel 3° e 4° settore, dove andavo forte. E quando all’ultima curva non ho sentito negli scarichi la Ducati mi sono goduto l’ultimo rettilineo». Lei qui è specialista di rimonte. Non si è smentito. «Ho fatto una buona partenza, poi ho dormito: avevo passato Iannone, ma alla prima curva lui era 3° e io 10°. Però ho visto Marquez andare largo e sapevo che il momento era speciale, che si presentava l’occasione per vincere. Così mi sono concentrato a fare un passo alla volta, passare chi mi stava davanti, e quando ho scavalcato Hernandez volavo». In breve là davanti si è formato un quartetto. «Ero in scia a Iannone e sulla tabella hanno esposto il nome di Marquez alle mie spalle. “Oh no, non un’altra volta”. Ho attaccato Andrea, Jorge e Dovi erano in difficoltà, ho pensato che ce l’avrei fatta». Nei turni di prove la Yamaha sembrava in difficoltà. «Sabato non ero così sicuro di lottare con le Ducati, avevo un passo simile ad Andrea (Iannone; n.d.r.), ma Dovi era più veloce. Però nel warm up siamo migliorati. Dovi e io avevamo carte diverse da giocare». Alla faccia dei 36 anni. E sono 109 vittorie. «Mi sento bene, mi piace questo lavoro. Sono convinto che una buona vita e l’allenamento possano mantenerti al top fino a 40 anni. Questa non è l’atletica. La differenza sono la motivazione e la concentrazione». Marquez e Pedrosa sono la grande delusione. «La gara delle due Honda è una sorpresa. Mi aspettavo Dani molto forte, ma soprattutto Marc. Sono contento che sia dietro in classifica, ma ora siamo in 6 a lottare, non più in 4. Tre italiani e tre spagnoli, tipo calcetto o basket. Interessante». Se Marc non avesse fatto quell’errore… «Penso che avrei potuto batterlo lo stesso. L’anno scorso a Le Mans era retrocesso ma aveva recuperato tutti ed era scomparso. Qui, non ha mai dato l’impressione di farlo». Tre italiani sul podio anziché i soliti tre spagnoli. «Era tanto che non succedeva. Ma anche l’ultima volta io c’ero. Bello lottare contro le Ducati: per loro è una motivazione extra provare a battermi, ma anche per me. Sono contento per Iannone, è mio amico, ma ho anche un bel rapporto con Dovi». L’ultima volta che è stato in testa al Mondiale… «Era qui, prima gara del 2010. Poi è iniziato il calvario. Il giovedì mi sono fatto male alla spalla, poi mi son rotto la gamba, quindi la Ducati… Ma questa notte me la sono meritata».