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 2015  marzo 30 Lunedì calendario

«UN PERFETTO OROLOGIO ITALIANO»

Nel giorno più dolce, ha deciso di mandare sul podio «uno dei ragazzi». Qualcuno che rappresentasse la gente di Maranello e il loro spirito. Così Maurizio Arrivabene ha rinunciato alla passerella e ad alzare in mondovisione la coppa del trionfo c’è andato Diego Ioverno, il capo dei meccanici della Ferrari. Lui invece se n’è rimasto quasi in disparte, tradendo volutamente la sua natura di comunicatore abituato sempre e comunque a stare sotto i riflettori. Tanto che a qualcuno è venuto spontaneo chiedere: «Ma come, non sei emozionato?».
OROLOGIO Sarà stata la tensione di una gara da batticuore, ma Arrivabene ieri proprio non riusciva a lasciarsi andare, mentre si è commosso perfino uno di solito distaccato come il d.t. James Allison. «Non ho fatto altro che ripensare alle parole dei nostri ingegneri durante il briefing, alle strategie, alle loro previsioni che si stavano avverando puntualmente – ha confessato l’ex numero uno del marketing Phillip Morris –. Mi sono detto: qui può venire fuori qualcosa di interessante. Siamo stati come un orologio, in questo caso un perfetto orologio italiano».
CAREZZA Le prime parole che è riuscito a pronunciare alla radio, appena uscito dalla trance, sono state per Vettel: «Sei un grande Seb». Ma più tardi ne ha riservate di dolci anche a Kimi Raikkonen, costretto a una gara di rimonta fino al quarto posto, dopo l’errore nella scelta di tempo del muretto (lo stratega Inaki Rueda arriverà forse in Cina, ndr ) che sabato gli è costato l’esclusione dal turno finale delle qualifiche. «Prima della gara abbiamo parlato e abbiamo chiarito, alla presenza degli ingegneri – spiega Arrivabene –. A caldo avevamo avuto punti di vista diversi. Lui è un grande pilota ed è stato un peccato che abbia avuto sfortuna anche in gara (per la foratura causata da Nasr, ndr ). Ma aveva un passo fantastico».
SPIRITO Da un capo dipinto come un «duro», ci si poteva aspettare anche altro. Ma Arrivabene è stato attento a non rovinare il rapporto con Kimi, che a fine gara era deluso: «Troppe cose sono andate male questo fine settimana. Ero veloce, ma la qualifica non è andata bene e in partenza le gomme hanno slittato, facendomi scivolare indietro nel gruppo. Dopo la foratura, ho dovuto fare un intero giro su tre ruote e si è danneggiato anche il fondo scocca. In ogni caso a quel punto ero staccatissimo». Oltre a uno stile più aperto nei rapporti con l’esterno, Arrivabene sembra avere un approccio diverso anche con il team. Meno severo e più partecipe, rispetto al predecessore Mattiacci. Il nuovo capo della Gestione Sportiva è convinto che funzionerà: «Il mio lavoro è osservare e far capire che ai ragazzi del garage che gli sono vicino».
TELEFONATA La vittoria a sorpresa già alla seconda gara è valsa la telefonata del presidente Sergio Marchionne. «Si è complimentato con tutti. Lui è uno di noi. Molto più vicino di quanto la gente pensi – rivela Arrivabene – . Sta nell’ombra, ma interviene quando ci sono ostacoli da superare. È appassionato, tanto che si è seduto in prima fila anche agli strategy group e in F.1 Commission. Non è uno che usa il metodo Montessori , ma se sei sveglio e impari in fretta è una fortuna stargli accanto».
TITOLO La Ferrari adesso può sognare il Mondiale? «Andiamoci piano. A Melbourne mi sono comportato un po’ da Fonzie, predicando coraggio. Ma bisogna tenere i piedi per terra, essere umili e festeggiare quando sarà il momento. La Ferrari è la storia ed è una fortuna per la F.1 che sia tornata a vincere. Io mi auguravo due vittorie quest’anno e la prima è arrivata forse troppo presto, non ci esaltiamo troppo». Già, a ripensarci aveva promesso di andare a piedi nudi da Maranello a Sestola, se la Ferrari avesse vinto quattro gare nel 2015. Visto l’inizio, sarà il caso che si alleni.