B.L., Il Messaggero 6/3/2015, 6 marzo 2015
MINISTRA
Se sei donna e sei un ministro, devi essere chiamata ministra. Se sei donna e sei un deputato, devi essere chiama signora deputata. La presidente della Camera, Laura Boldrini, chiede a tutti la declinazione dei ruoli al femminile, in aula come nei resoconti parlamentari. Lo fa inviando una lettera ai deputati, che è quasi un invito a farlo. Questa del resto è una battaglia che la presidente della Camera ha intrapreso fin dall’inizio del suo mandato e sulla quale ha continuato a battere tasto per mesi. Ma l’iniziativa non convince proprio tutti. «Qualcuno ritiene che sia superfluo parlare di linguaggio di genere – ha spiegato la Boldrini – io ritengo, invece, che il tempo sia scaduto ed è doveroso soffermarsi su questi temi. Quando si parla di ruolo di vertice delle donne si dice che è cacofonico. E, quindi, è brutto dire la ministra ma va benissimo dire la contadina. Ora basta». E guai a dirle che è grammaticalmente scorretto: «L’accademia della Crusca ci dice che non c’è un ruolo che non si possa declinare al femminile». Ma per Mara Carfagna, deputata di Fi e già ministro per le Pari Opportunità, «le priorità sono altre». In un governo che non ha mai voluto nominare un ministro per le Pari Opportunità, dice la Carfagna, la Boldrini farebbe meglio a «utilizzare le sue possibilità di moral suasion per sensibilizzare i colleghi della maggioranza e dell’opposizione anche ad occuparsi di quelle che sono le vere emergenze del Paese e, di conseguenza, delle donne».
B.L.