M.B., La Stampa 6/3/2015, 6 marzo 2015
AYATOLLAH - I
potenti, lo si è capito, sono spesso grandi lettori, beati loro. Non solo i francesi: anche i severi mullah iraniani. L’ayatollah Khamenei, supremo leader, ha reso noto ai suoi 100 mila seguaci su Twitter di amare soprattutto due scrittori: Mikhail Sholokhov e Alexei Tolstoj. Il primo, icona del «realismo socialista», vinse il Nobel nel 1965, e magari qualcuno ancora se lo ricorda. Il secondo, lontano discendente di Leone Tolstoj, fu dopo il ’25 uno dei più importanti scrittori di regime. È noto che il clero iraniano ha sempre guardato con attenzione alla rivoluzione sovietica. E se i gusti sono questi si capisce meglio perché scrittori e registi, a partire dal povero Rushdie, siano perseguitati con tanta cura.