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 2015  marzo 06 Venerdì calendario

QE, LA GERMANIA VINCENTE

Chi avrà mag­giori van­taggi dall’offensiva mone­ta­ria di 60 miliardi al mese del quan­ti­ta­tive easing della Bce? Mario Dra­ghi ha annun­ciato ieri a Nico­sia che l’operazione durerà “almeno fino a che l’inflazione rag­giunga il nostro obiet­tivo, un’inflazione vicina ma infe­riore al 2%”, cioè potrebbe andare al di là del set­tem­bre 2016, data evo­cata lo scorso gen­naio e quindi andare oltre i 1140 miliardi pre­vi­sti in un primo tempo. La Bce com­prerà in mag­gio­ranza titoli di stato, sul mer­cato secon­da­rio (per sta­tuto non puo’ com­prare diret­ta­mente, per­ché l’intervento sarebbe assi­mi­lato a un aiuto agli stati), intorno ai 40 miliardi al mese. L’allocazione di que­sto bazooka, che dovrebbe ope­rare da sti­molo per l’economia euro­pea, è già sta­bi­lita: dipende dalle quote che ogni paese pos­siede nella Bce e deve rispet­tare la regole del tetto mas­simo del 33% del debito del sin­golo stato e del 25% del titolo spe­ci­fico emesso. L’operazione di inge­gne­ria finan­zia­ria dovrebbe avere come effetto una dimi­nu­zione del costo del denaro attra­verso un ulte­riore calo dei tassi di inte­resse e una sva­lu­ta­zione dell’euro rispetto alle altre monete, dol­laro in testa. Una sva­lu­ta­zione del 10%, per esem­pio, per l’Italia si tra­duce in un poten­ziale aumento del pil dello 0,4%.

La Ger­ma­nia ha pun­tato i piedi fino all’ultimo con­tro il quan­ti­ta­tive easing, ma ne sarà uno dei prin­ci­pali bene­fi­ciari. Que­sto dipende auto­ma­ti­ca­mente dal peso della par­te­ci­pa­zione tede­sca nel capi­tale della Bce. Ma anche dal fatto che l’economia tede­sca è in migliore salute di quella dei part­ner. L’operazione di QE “non con­ven­zio­nale” ha lo scopo di scuo­tere il sistema, sosti­tuen­dosi per un certo periodo alle ban­che, che, timo­rose, sono reti­centi a pre­stare a imprese e fami­glie. L’effetto dell’offensiva mone­ta­ria di Dra­ghi, pero’, potrebbe essere infe­riore alle aspet­ta­tive. Difatti, i tassi di inte­resse sono già bassi a un livello record (0,05% per la Bce), ma anche i paesi come l’Italia vit­time dello spread hanno recu­pe­rato ter­reno. Per la Fran­cia, che ha tassi intorno al 2%, l’effetto del bazooka potrebbe essere quasi nullo. “Non si puo’ obbli­gare a bere un cavallo (o un asino) che non ha sete”, si dice. In man­canza di un pro­getto eco­no­mico e sociale per il futuro, lo sti­molo mone­ta­rio potrebbe rive­larsi una delu­sione. Ma l’offensiva mone­ta­ria della Bce arriva in un momento in cui ci sono segnali di ripresa. Non solo in Ger­ma­nia, dove la cre­scita potrebbe arri­vare al 2% quest’anno (pre­vi­sioni al rialzo della Deu­tsche Bank, rispetto a +1,4% pre­ce­den­te­mente). Ma per­sino in Fran­cia, dove i pro­fitti delle prin­ci­pali società quo­tate in Borsa (Cac40) sono esplosi: dopo tre anni di ridu­zione, gli utili sono aumen­tati di un terzo nel 2014. “Il malato sta un po’ meglio – com­menta la società di con­su­lenza PwC – ma non è com­ple­ta­mente gua­rito. L’insieme dell’economia resta atono e nulla lascia pre­ve­dere una ripresa signi­fi­ca­tiva”. Il bazooka di Dra­ghi potrebbe essere un buco nell’acqua?