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 2015  marzo 05 Giovedì calendario

GARAGE

«Ho una vecchia Fiat 500 rossa con le porte che si aprono a ventaglio, una Ferrari 430 acquistata anni fa e poi, da quando sono a Maranello, dispongo anche di una Maserati e una Jeep. Possiedo inoltre un pulmino Volkswagen d’epoca, una Corvette C1 del 1958, una moto Bmw R90…» (il garage di Sebastian Vettel).

PASCIA’ «In Davis, in effetti, si sta da pascià. Camera d’hotel pazzesca. Dottore, fisioterapista e osteopata solo per noi. Servito e riverito. E Corrado Barazzutti, il c.t., è fantastico: sono la riserva ma mi ha fatto subito sentire parte del gruppo» (Luca Vanni, 29 anni,rivelazione tardiva del tennis italiano).

SIMILI «Gli italiani e i russi sono molto simili di carattere. Assolutamente. Nel modo di parlare. Nel modo di porsi con gli altri, nella generosità» (Andrey Golubev, che da oggi con il Kazakhstan sfiderà gli azzurri in Coppa Davis).

TRANQUILLO «Lontano dal tennis sono una persona diversa, molto tranquilla, assolutamente normale. Quindi penso che l’aspirazione a comportarmi bene sia una cosa naturale Non credo di essere perfetto ma di essere una persona distante da quella che talvolta è apparsa, irascibile e persino infantile. L’entusiasmo del ragazzo serve allo sport: va semplicemente protetto e gestito» (Fabio Fognini).

BARBA «E va bene, se segno un gol che porta punti mi taglierò la barba, così farò felice anche mamma Caterina» (Simone Zaza).

PING PONG «Io sono sempre qui, sto ancora aspettando Perin. Eppure, sotto casa mia ancora non si è visto. Evidentemente ha impegni più importanti. Ho comprato il tavolo da ping pong. Mattia dice di essere forte, ma pure io sono convinto di vincere. E se dovesse andarmi male, vorrà dire che quel giorno non sarò stato in forma...» (Niang).

DIVERTIMENTO «Cerco buone sensazioni e misure importanti, ma non mi carico di inutili fardelli. L’atletica è e deve restare divertimento: una professione, ma anche uno strumento sociale» (Alessia Trost, l’unica concreta speranza di podio azzurro agli Europei indoor di Praga).

TEMPO «Spesso in Nba c’è poco tempo per allenarsi, per ripassare i fondamentali. Sarebbe il modo migliore fra una partita e l’altra per analizzare ciò che non ha funzionato. Al contrario, non hai tempo per rimuginare dopo una brutta partita perché hai l’opportunità di rifarti immediatamente» (Marc Gasol).