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 2015  marzo 05 Giovedì calendario

DI LIVIO: «NON TOGLIETE LA MIA STELLA ALLO STADIUM»

Nel mondo dei social dichiaratamente juventini, si è scatenata per qualche ora una polemica su un giudizio pre Roma-Juve di Angelo Di Livio. Al punto che qualcuno, particolarmente stizzito, vorrebbe che allo stadio venisse tolta la stella col nome del Soldatino. «Una tempesta in un bicchiere d’acqua perché io non ho mai detto “possiamo battere la Juve e riaprire il campionato”, questa è stata la domanda del conduttore di un forum al quale partecipavo come ospite. Al che io ho risposto che se la Roma avesse superato la Juve il campionato si sarebbe riaperto. Tutto qua. Sono legatissimo al mio periodo bianconero e orgoglioso di far parte dei cinquanta giocatori scelti dai tifosi e immortalati allo Stadium. Io da romano tengo alla Roma, mai nascosto, ma non ho mai parlato male della Juve, come potrei? Ad ogni modo, il problema non esiste, c’è la registrazione. Riportata male su un sito».
SEI PER DUE Fra i molti giocatori che hanno vestito sia la maglia bianconera che quella viola, Di Livio si distingue per aver equamente distribuito il periodo delle due esperienze: sei anni alla Juve (1993-1999) e poi sei anni alla Fiorentina (1999-2005). E così è rimasto legato nella stessa misura ai due club. «Certo, la Juve del mio periodo vinse tutto e la notte della Champions resta chiaramente il punto più alto della mia carriera... Sul piano dei successi raccolti c’è una chiara differenza fra le due esperienze, non sul piano del coinvolgimento emotivo, però. La stagione della C2 con la Fiorentina mi ha regalato sensazio ni indimenticabili. Vedevamo spuntare i tifosi dappertutto, eravamo circondati di amore e di orgoglio, ci fu una identificazione totale fra la squadra e la città. Amare la maglia non era un modo di dire. Quanto ai risultati, bè la notte in cui battemmo l’Arsenal a Wembley con gol di Batistuta rappresenta l’apice di quella avventura».
RIMONTE «Fra i ricordi indelebili degli scontri fra bianconeri e viola in casa Juve ci sono due rimonte. Alla prima, quella del 1994, culminata nel fantastico gol al volo di Del Piero, io partecipai da tifoso sugli spalti, perché infortunato. Ero invece in campo in maglia viola quando nel 2001 la Fiorentina fissò sul 3-3, con una punizione di Chiesa, una sfida che ci aveva visti in vantaggio 2-0 e poi sotto 3-2, per i gol di tali Conte e Inzaghi...». Già, due che diventeranno allenatori... Come se la giocheranno stasera Allegri e Montella? «Con molta serietà. Alla Juve vale solo vincere, ti trasmettono il concetto appena arrivi... Mentre la Viola ha la consapevolezza di essere ancora in corsa per tutti gli obbiettivi. Un pronostico? Lo considero un derby, quindi...».