Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  marzo 05 Giovedì calendario

E LA CINA SPALANCA I RUBINETTI

La Banca centrale cinese ieri ha tagliato il tasso di interesse overnight sulle operazioni speciali di liquidità a breve termine, il cosiddetto Slf (standing lending facility), dal 5 al 4,5% in scia alla decisione presa nel week end di ridurre il costo del denaro. Lo hanno reso noto due fonti al Wall Street Journal, precisando che il tasso a sette giorni è stato invece portato dal 7 al 5,5%.
Il piano Slf è stato lanciato come programma pilota nel 2013 per far fronte alla richiesta di liquidità delle banche commerciali. Nel fine settimana la People’s Bank of China, per la seconda volta in quattro mesi, aveva ridotto di 0,25 punti percentuali sia il tasso sui prestiti a un anno, al 5,35%, sia quello sui depositi a 12 mesi, al 2,5%. Anche la mossa di sabato, avvenuta dopo la settimana del Capodanno lunare, aveva colto di sorpresa gli investitori visto che non era attesa alcuna decisione sui tassi neanche in quell’occasione. Tra l’altro le politiche monetarie espansive si stanno diffondendo in tutto il mondo, fuori degli Usa. Ieri la Banca centrale indiana (RbI) ha tagliato, per la seconda volta quest’anno, il tasso di riferimento, il repo rate, di 25 punti base dal 7,75 al 7,5% (si veda articolo a pag. 6). L’allentamento monetario sarà protagonista anche in Cina per tutto il 2015. Gli economisti anzi si aspettano altri tagli da parte della People’s Bank of China. In particolare sono attesi ulteriori tagli del costo del denaro quest’anno, a partire dal secondo trimestre di quest’anno.
L’allentamento monetario, secondo quanto spiegano gli esperti, prevederà anche ulteriori tagli ai requisiti di riserva obbligatori delle banche. Quanto fatto finora comunque non basta. «Difficile pensare che gli ultimi tagli della banca centrale cinese siano stati molto efficaci per la crescita», afferma Craig Botham, economista per i mercati emergenti di Schroders. Tuttavia proseguono i segnali positivi provenienti dai dati economici. L’indice Pmi Hsbc dei servizi della Cina a febbraio è salito a 52 punti, in rialzo rispetto ai 51,8 punti registrati nel mese di gennaio, quando l’indicatore era sceso ai minimi da 6 mesi. Il risultato è importante in quanto un dato sopra i 50 punti indica espansione del settore e al di sotto una contrazione. Il calcolo dell’indice si basa sulle risposte ai questionari mensili inviati a oltre 400 direttori commerciali di aziende cinesi dei servizi. Gli investitori però restano concentrati sulla riunione plenaria di sette giorni del Parlamento cinese, che inizierà oggi. Particolarmente atteso il discorso di apertura di domani del premier Li Keqiang durante il quale il primo ministro, annuncerà il target di crescita per il 2015. Mai come quest’anno economia e politica saranno così legate. Saranno infatti economia e riforme del sistema cinese al centro dei lavori della Conferenza Consultiva Politica del Popolo Cinese nella Grande Sala del Popolo, a Pechino. Alla presenza dei 2.153 delegati provenienti da tutte le province cinesi, Yu Zhengsheng, presidente della Ccppc e membro del Comitato Permanente del Politburo, il massimo organo decisionale cinese, ha anticipato ieri il rapporto di lavoro e in un discorso ha parlato delle sfide che il Paese deve affrontare nel periodo della «nuova normalità». Il governo punta da tempo a una crescita diversa da quella che ha caratterizzato gli ultimi dieci anni, ma più lenta rispetto ai primi anni Duemila. La strategia si basa sui cosiddetti «quattro onnicomprensivi», la teoria del presidente cinese Xi Jinping, che si concentra sulla costruzione di una società prospera, sulle riforme di sistema, sull’avanzamento dello stato di diritto con caratteristiche socialiste e sulla disciplina nella conduzione del Partito Comunista Cinese. Presenti ieri all’inaugurazione dei lavori anche gli altri membri del Comitato Permanente del Politburo, tra cui lo stesso Xi Jinping e il primo ministro, Li Keqiang.