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 2015  marzo 05 Giovedì calendario

LA SOVRINTENDENTE DELLE GRANDI NAVI SBARCA A ROMA

Lei l’aveva messa come ultima delle sue dieci preferenze. Ma di certo non si può dire che le abbiano fatto un dispetto. Renata Codello chiude la quasi decennale esperienza di Sovrintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia con un trasferimento niente meno che nella Capitale d’Italia. Il ministro Dario Franceschini l’ha voluta a controllare il patrimonio di Roma. E, non abbiamo dubbi, avremo modo di sentir parlare di lei. Perchè la Codello – architetto, 56 anni, originaria di Treviso – a Venezia ha lasciato il segno. Non solo perché ha vinto la campale battaglia contro i piccioni di piazza San Marco (“Per vent’anni – ha detto l’altro ieri al Corriere del Veneto – non siamo riusciti a mandare via da piazza San Marco i venditori di grano, solo quando abbiamo avuto in mano dati scientifici e ineludibili abbiamo vinto”) ma soprattutto perché non ha fatto nulla per vincere quella – altrettanto campale – contro le grandi navi a passeggio per la laguna.
Ha sempre rivendicato di non avere i titoli per farlo. Eppure, quando si è addentrata nella materia – ahilei a imperitura memoria su YouTube – mostrò un discreto interesse per i dettagli tecnici, dal “pilotaggio automatico” ai rimorchi posteriori. Sarà che sono argomenti di casa: suo marito, Francesco Curato, è l’avvocato di fiducia della Venezia Terminal Passeggeri spa. Ovvero della società che ha appena vinto il ricorso contro il divieto di transito delle grandi navi in laguna almeno fino alla costruzione di un canale di passaggio alternativo alla Giudecca.
Quando, un anno fa, infastidita da un articolo di Gian Antonio Stella e dalle critiche di Italia Nostra e della Lipu, la Codello presentò querela, diede ulteriore prova del suo singolare rapporto con gli studi legali: in sua difesa, infatti, chiamò Adriano Vanzetti, già titolare dello studio che ha curato gli affari legali del Consorzio Venezia Nuova, padre del Mose, l’opera che a Venezia anima da anni le proteste degli ambientalisti (e non solo).
In laguna, per la verità, alla Codello addebitano una lunga serie di magagne non viste. Le ha messe in fila Marco Da Villa, veneziano eletto in Parlamento con i 5 Stelle. Vale la pena fare copia e incolla: “Le future villette che saranno costruite nell’oasi di Ca’ Roman al Lido; i maxi-imbarcaderi per vaporetti, di colore grigio, al Lido e in Riva degli Schiavoni che ostruiscono la vista della laguna; le maxi-pubblicità su edifici di rilevante pregio architettonico; il progetto dell’architetto Koolhaas sul Fontego dei Tedeschi; il raddoppio dell’hotel Santa Chiara, prospiciente il Canal Grande; il via libera al progetto del nuovo ponte dell’Accademia, proposto dall’impresa Schiavina, poi bloccato dal Ministero; il via libera di massima al progetto di una mega villetta in vetro e cemento nell’isola di Torcello, poi bloccata dal sindaco per le proteste a livello nazionale; l’approvazione del ‘gabbiotto’ in Piazza San Marco; parere favorevole a tutti i progetti presentati dal dottor Spaziante nell’isola del Lido, in qualità di Commissario delegato per la realizzazione del Nuovo palazzo del cinema e dei congressi di Venezia; approvazione di villette ed albergo nel Forte Malamocco ; demolizione di alcuni padiglioni dell’ex ospedale al mare nonché realizzazione di parcheggi a raso e ma-xi-darsena al Lido; costruzione di villette e torri (bloccate da Enac) sul parco della Favorita al Lido; nuove costruzioni con garage sotterraneo e distruzione del patrimonio arboreo esistente al Parco delle Rose al Lido; trasformazione parziale dell’hotel Des Bains al Lido da albergo ad alloggi; autorizzazione della pulizia delle pietre del Ponte di Rialto con spazzole di ferro”.
Si chiedeva il deputato Da Villa se il governo non ritenesse opportuno “revocare/riesaminare l’attribuzione dell’incarico all’attuale soprintendente Renata Codello”. Il governo ha riesaminato e deciso che meritava una promozione a Roma.