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 2015  marzo 05 Giovedì calendario

FUORIUSCITI, ESULI, MINE VAGANTI: BENVENUTIO NEL CAOS GRUPPO MISTO

L’hotel Gruppo Misto ha due sedi (Montecitorio e Palazzo Madama) e porte girevoli che non si fermano mai. Chi entra, chi esce, chi chiede di cambiare stanza, chi si ferma una notte, chi tutta la legislatura. I clienti assomigliano a mariti che hanno litigato con la moglie e hanno lasciato casa, e qui rifiatano e si riorganizzano in attesa di un domicilio più stabile. Il ristorante serve misto di salumi, fettuccine mari&monti (con la «m» minuscola) e frittura mista.
Una combriccola di fuoriusciti ed esuli, di mine vaganti e apolidi che ha il suo peso, però. Al Senato sono 29 e costituiscono il quinto gruppo parlamentare dopo Pd (113), Forza Italia (60), Area Popolare e M5S (36 ciascuno). Alla Camera addirittura sono la quarta forza con 36 deputati che ora diventeranno 37 con l’annunciato sbarco di Massimo Corsaro, che lascia Fratelli d’Italia perché «è prevalsa una linea economica totalmente sovrapponibile a quella di Landini e il partito è diventato lo sparring partner di Salvini». Il check-in è stato già fatto, una camera libera all’hotel Gruppo Misto è sempre pronta.
Che poi è un hotel a cinque stelle. Inteso come MoVimento: 17 dei 29 componenti al Senato e 16 su 36 alla Camera sono fuoriusciti del partito di Grillo. Il totale fa 33 su 65: la metà esatta più. Poca brigata vita beata? Macché. Al Senato gli ex pentastellati sono divisi in quattro aree distinte: la componente Movimento X, che comprende Laura Bignami, Maria Mussini, Bartolomeo Pepe e Maurizio Romani; la componente Ilic (che non è un terzino slavo del Palermo ma l’acronimo da cantiere Italia Lavori in Corso) con Fabrizio Bocchino e Francesco Campanella; la monocomponente Liguria Civica di Maurizio Rossi; e dieci apolidi tra cui Paola De Pin, Adele Gambaro, Marino Mastrangeli e Luis Alberto Orellana. Alla Camera ci sono i dieci ex grillini di Alternativa Libera (tra cui Mara Mucci e Walter Rizzetto) e sei cani sciolti: Tommaso Currò, Alessandro Furnari, Cristian Iannuzzi, Vincenza Labriola, Paola Pinna e Alessio Tacconi.
All’hotel Gruppo Misto puoi incontrare chiunque e nessuno si scandalizza. Ci sono ex presidenti della Repubblica come Carlo Azeglio Ciampi, ex presidenti del consiglio come Mario Monti (con la «M» maiuscola), e architetti di fama mondiale come Renzo Piano, uno che non ha mai progettato di trascorrere anche solo un giorno da senatore a vita. Ci sono i sette comunisti di Sel, che a Palazzo Madama occupano tutti i posti di comando del gruppo (presidente Loredana de Petris, vicepresidente Peppe De Cristofaro, segretario Massimo Cervellini, tesoriere Luciano Uras), ci sono facce di bronzo come Benedetto Della Vedova, che è stato nei Radicali, in Forza Italia, nel Pdl, in Futuro&Libertà, in Scelta Civica e ora anche nel governo Renzi da sottosegretario: uno che potrebbe dire «il Gruppo Misto c’est moi». E poi c’è Salvatore Margiotta, senatore Pd lucano qui in penitenza dal giorno in cui è stato condannato dalla Corte d’Appello a 18 mesi perché avrebbe intascato una tangente da un’azienda petrolifera. L’hotel Gruppo Misto chiude un occhio anche sulla fedina penale.
Alla Camera la clientela dell’hotel è ancora più variopinta. E cosmopolita. Ci sono le minoranze linguistiche: gli altoatesini del Südtiroler Volkspartei Daniel Alfreider, Renate Gebhard, Albrecht Plangger e Manfred Schullian e anche Mauro Ottobre, che è trentino. E gli eletti all’estero dello spesso indecifrabile gruppo Maie: gli argentini Mauro Borghese e Ricardo Antonio Merlo e la brasiliana Renata Bueno, ai quali si è unito Franco Bruno da Cosenza, eletto nel Centro Democratico di Bruno Tabacci. Ci sono quelli dell’operazione-nostalgia di Psi e Pli, quattro dei quali eletti nelle fila del Pd (Lello Di Gioia, Marco Di Lello, Pia Elda Locatelli e Oreste Pastorelli), uno in Sel (Claudio Fava) e uno nel M5S (Ivan Catalano). E poi Barbara Saltamartini, che sta usando la mixed zone come disimpegno tra il passato nell’Ncd e il futuro nella Lega, lo scrittore Edoardo Nesi, montiano deluso, l’ex presidente della Sardegna in quota Pdl Mauro Pili, e i due ex-«tabaccisti» Pino Pisicchio e Aniello Formisano. Sull’arca di Noè forse si stava più stretti ma di certo c’era meno varietà.