Giovanni Scipioni, La Repubblica 4/3/2015, 4 marzo 2015
CORSIVI
Dire che il viaggiatore va in Antartide e il turista a Sharm el Sheikh è una sciocchezza. Non è la meta a differenziarli ma l’atteggiamento. “Sei turista o viaggiatore?” Quante volte lo abbiamo sentito pronunciare. Un tormentone senza fine, quasi un gioco di società di quelli che assicurano “risposte scientifiche”. Non sono pochi coloro che considerano l’uno un viandante di serie B e l’altro un esploratore di serie A, uno si sposta, l’altro viaggia. Ma siamo sempre nel campo delle sciocchezze, nella gabbia degli stereotipi. Provare a semplificare aiuta a capire. Il viaggiatore, come dice la parola, viaggia. Lo fa in treno, in aereo, in nave, in auto, a piedi e in bici, il turista fa turismo, utilizza gli stessi mezzi di trasporto e un prodotto commerciale. Prendono due strade diverse, ma non parallele perché quando il desiderio di superare confini si trasforma in esperienza reale, in conoscenza, solo allora s’incontrano.